Le ore (e i soldi) in più di inglesi, tedeschi e americani

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ROMA — Quattromila euro in meno netti all’anno: questo sarebbe all’incirca il divario tra lo stipendio di inizio carriera di un insegnante italiano e quello medio dell’Ue. A fine carriera poi, il divario arriva a 10 mila euro in meno all’anno, una cifra ragguardevole. Nel dettaglio, e considerando soltanto gli insegnanti di scuola media superiore a inizio carriera (ma i colleghi delle medie hanno uguale contratto d’ingresso, salvo poi restare un poco più indietro nel corso della vita professionale), in Italia la busta paga iniziale prevede un lordo mensile di 1.747 euro e 75 centesimi (annuale di 20.973) che al netto sono 1.136 euro al mese con in più la tredicesima che divisa per i dodici mesi farebbe superare di poco lo stipendio netto di 1.200 euro. In pratica, compresa la tredicesima, un professore che ha appena messo piede nella scuola prende 1.230 euro netti al mese. Dopo 8 anni, lo stipendio lordo annuo del professore di liceo o di altro istituto superiore supera di pochi spiccioli i 24 mila euro (c’è poi sempre da aggiungere la tredicesima), dopo i 20 anni siamo a quota 29 mila 394 e a fine carriera, 35 anni, il traguardo è di 32.912 euro lordi all’anno, più tredicesima. Gli insegnanti di scuola media superiore attualmente in Italia lavorano 18 ore settimanali (come i colleghi delle medie).


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Con 21.711 dipendenti, controlla tutti gli stadi della filiera siderurgica Il gruppo Riva Fire Spa è una grande scatola cinese, al cui interno è presente un labirinto di imprese, holding, società  italiane ed estere. Attualmente il gruppo possiede 36 siti produttivi: 19 in Italia (dove viene prodotta la parte prevalente dell’acciaio – oltre il 62% – e dove l’azienda realizza il 67% del proprio fatturato) e altri in Germania, Francia, Belgio, Spagna, Grecia, Tunisia e Canada.

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