Inchiesta Finmeccanica in dirittura Orsi al bivio-dimissioni, ma resiste
NAPOLI — Orsi e Finmeccanica al bivio. A un anno e mezzo dall’insediamento del manager lombardo al timone del colosso di Stato, l’indagine sulla commessa di 12 elicotteri Agusta Westland acquistata nel 2010 dal governo indiano entra nella fase cruciale. Ma Giuseppe Orsi respinge tutte le accuse e sembra determinato a resistere. Dopo il ricorso dei suoi avvocati, il fascicolo aperto dai pm di Napoli Woodcock e Piscitelli è stato trasmesso a Busto Arsizio. Il pm Eugenio Fusco ha iscritto nel registro degli indagati non solo Orsi, con l’accusa di corruzione internazionale, ma anche (ai sensi della legge 231 sulla responsabilità delle società ) la stessa Finmeccanica. All’ombra del maxi affare da 560 milioni di euro sarebbero state versate provvigioni per 51 milioni a due mediatori, Guido Carlo Haschke e Christian Mitchel, in un Paese, l’India, dove è vietato il pagamento di compensi agli intermediari.
BORGOGNI E LE ACCUSE ALLA LEGA
La Procura lombarda non ha invece ritenuto di contestare a Orsi l’accusa di finanziamento illecito alla Lega Nord che era stata prospettata dai pm napoletani sulla base delle dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica. «Orsi è stato fortemente sostenuto dalla Lega, che è il suo partito di riferimento », aveva affermato Borgogni. Sulla scorta delle sue parole, i magistrati avevano ipotizzato che, sulla commessa indiana, fosse stato pattuito un aumento di 10 milioni del compenso previsto per gli intermediari. «Denaro — sostengono i carabinieri del Noe nell’informativa del 4 luglio — che sarebbe “tornato” a Orsi per soddisfare le richieste di alcuni partiti politici: la Lega Nord e Cl, in particolare la Lega». Ricostruzione, questa, sempre seccamente smentita sia dalla Lega, che ha anche promosso azioni legali, sia da Cl.
LE TELEFONATE TRA MARONI E ORSI
Nelle pagine trasmesse a Busto Arsizio figurano anche due telefonate tra Orsi e l’attuale segretario della Lega Roberto Maroni, estraneo all’indagine. La prima è dell’1 dicembre 2011. Maroni si complimenta con Orsi per la nomina: «È il riconoscimento indiscusso della tua professionalità , del fatto che sei l’uomo migliore».E Orsi: «Io dico sempre comunque che se non c’è Roberto Maroni a fare l’ultimo miglio con il cavolo che io qua c’ero.
Però alla fine di quella domenica la telefonata l’hai fatta tu». Anche nella conversazione del 21 dicembre, Orsi dà atto a Maroni che «sarà che sono o non sono della Lega, se non c’era Maroni io qua non c’ero». E il segretario commenta: «Tu sai che noi l’abbiamo fatto non perché tu sei della Lega, perché non è vero e non ce ne frega un c.. ma perché io e una parte della Lega sosteniamo che le persone devono andare perché meritano». Orsi prospetta a Maroni anche la possibilità , poi non
concretizzata, di mettergli a disposizione una sua abitazione per le vacanze.
L’INTERCETTAZIONE ORSI-GOTTI TEDESCHI
Nell’indagine figura inoltre il colloquio intercettato la sera del 23 maggio in un ristorante romano dove Orsi e il banchiere dello Ior Ettore Gotti Tedeschi (non indagato) parlano di consulenze che sarebbero state attribuite dal colosso di Stato alla ex moglie dell’attuale ministro del Tesoro Vittorio Grilli. Circostanza, quest’ultima, smentita dai diretti interessati e da un audit interno all’azienda.
LA CAMPAGNA MEDIATICA E GLI EX MAGISTRATI
Un altro capitolo evidenziato dai carabinieri del Noe riguarda la «campagna mediatica» che il vice presidente di Telespazio Giovanni Garofalo (non indagato) avrebbe organizzato a favore di Orsi con interviste ai Tg nazionali e addirittura chiedendo all’ex capo dello Stato Ciampi una dichiarazione del ministro Passera. Sono stati intercettati poi colloqui di Orsi con due alti magistrati in pensione (entrambi non indagati) Giuseppe Grechi e Manuela Romei Pasetti, ora con incarichi in Finmeccanica. Orsi e Romei Pasetti parlano fra l’altro di un incontro con il vice presidente del Csm Michele Vietti, al quale poi l’ad di Finmeccanica avrebbe ritenuto di non andare quando seppe che era stato invitato anche il presidente del Tribunale di Napoli.
LA VALIGETTA DALLA MAMMA
Il cuore dell’inchiesta sulla corruzione internazionale con l’India è però a Lugano, dove hanno i loro uffici il mediatore italo-svizzero Guido Ralph Hascke e il suo socio, Carlo Gerosa, entrambi indagati e intercettati nel corso di un lungo viaggio a bordo di un’Audi. Durante il tragitto, Hascke rivela: «Già da mesi tutta la documentazione dove c’è il nome di Agusta è sparita dall’ufficio. Ho dato tutto a mia mamma ». La trovano lì gli investigatori inviati per rogatoria dai pm di Napoli il 23 aprile. E spunta un memorandum dove si fa riferimento alle «pattuizioni per aggiudicarsi la gara d’appalto a fronte — scrivono i carabinieri — di 5 milioni di dollari di tangente» che sarebbero stati chiesti «dal Brig. (generale) indiano responsabile del team tecnico di valutazione». A bordo dell’Audi, scrivono ancora i carabinieri, «Gerosa simulando domande dei magistrati, chiede dove ha messo i milioni e Haschke dice “Me li sono sparati in ballerine e champagne”». In un altro passaggio, i due parlano di una «possibile rogatoria sulle Mauritius». Haschke lo rassicura affermando che “prima di chiedere una rogatoria sulle Mauritius devono capire che i soldi sono finiti lì. Inoltre, per capire che i soldi sono finiti alle Mauritius devono prima fare una rogatoria sull’Italia, poi una sulla Tunisia, poi forse tra dieci anni… »
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