Romney balza in testa, ma è solo eccesso di «rumore»
Rumore dei sondaggi o meno, dalla notte di mercoledì scorso Romney è un uomo nuovo, resuscitato agli occhi del suo partito, degli elettori prima scoraggiati dalla sua opacità e, nella sua nuova versione aggressivamente centrista, un nemico molto più pericoloso per la Casa bianca, che attende con apprensione il dibattito tra i due vice, Biden e Ryan, previsto giovedì. Romney – che ha cominciato a mettere in discussione il presidente anche sul terreno non suo della politica estera – questa settimana trascorrerà quattro giorni in Ohio, lo stato che non può proprio perdere.
Negativo nei confronti di Obama l’atteggiamento generale dei media che (anche quando sono dalla sua parte) stanno ancora parlando della debacle di Denver. Dalle ceneri di quella sera, il presidente ha per ora tratto solo una cosa positiva – la promessa di Mitt Romney di tagliare i fondi federali alla Pps e, così facendo, al popolarissimo show per bambini Sesame Street. Big bird, il gigante, dolcissimo, uccello giallo del programma è diventato una mascotte degli obamiani, e un ospite conteso dai talk show come dal Saturday Night Live.
È ancora imprevedibile la fisionomia del prossimo Congresso Usa. Una cosa quasi sicura è che il fragile miraggio democratico di controllare Senato e Camera sulla scia del vantaggio che Obama aveva accumulato nella corsa per la Casa bianca, sembra ormai sfumato.
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