Fiorito: «Stipendio triplo? Sapevano in 4»

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ROMA — Alcuni consiglieri regionali del Pdl del Lazio sapevano che Franco Fiorito prendeva tre indennità  al mese. E non si sono mai opposti. A raccontarlo ai magistrati il 19 settembre scorso è stato lo stesso ex capogruppo che poi ha indicato anche i motivi della sua sostituzione: «Sono stato fatto fuori perché non ho accolto la continua richiesta di soldi che mi arrivava dagli esponenti di Forza Italia». Un anticipo di quello che ripeterà  probabilmente oggi, con nuovi e ulteriori dettagli. I verbali allegati all’inchiesta sugli sperperi della Regione confermano la faida interna al partito. Ma svelano anche nuovi dettagli clamorosi sull’utilizzo dei fondi a scopi personali. L’elenco delle spese lo fa Samantha Reali, l’ex fidanzata di «er Batman» che a verbale dichiara: «Mi faceva moltissimi regali. Il suo segretario mi portò anche i soldi in contanti per pagare un ricovero in clinica».
La «tripla quota»
Nel primo interrogatorio da indagato di fronte al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al sostituto Alberto Pioletti, Fiorito deve spiegare tutti i bonifici e gli assegni elencati nella relazione degli investigatori del Nucleo valutario. Gli uomini del generale Giuseppe Bottillo hanno analizzato nel dettaglio tutte le uscite dai conti intestati al Pdl. E hanno scoperto oltre un milione e 357 mila euro non giustificati. Afferma il politico: «La scelta della cosiddetta “tripla quota” non è stata deliberata dal gruppo consiliare, ma risponde ad una prassi sempre seguita sia nel gruppo del Pdl sia negli altri gruppi che ho trovato al mio insediamento, a metà  della passata legislatura allorquando ero componente della commissione Bilancio in quota all’opposizione».
Poi, sollecitato anche dai suoi legali, Carlo Taormina ed Enrico Pavia, indica i partecipanti all’accordo: «Non tutti i componenti del mio gruppo consiliare erano a conoscenza di questa prassi e delle modalità  con le quali mi attribuivo la cosiddetta “tripla quota”. Qualcuno ne era a conoscenza e tra questi i quattro membri della commissione Bilancio del mio gruppo: Romolo Del Balzo, Ernesto Irmici (portavoce dell’onorevole Fabrizio Cicchitto), Stefano Galetto e Andrea Bernaudo. Preciso che i quattro componenti della commissione Bilancio non hanno percepito la cosiddetta “quota doppia” avendo optato per l’erogazione di eventi da parte della Presidenza del Consiglio».
«Volevano altri soldi»
I magistrati gli chiedono conto del dossier preparato contro altri esponenti del suo partito. Fiorito li accusa: «La mia destituzione da capogruppo nasce dalla mia intenzione di regolarizzare alcune spese che mi sembravano fuori controllo effettuate dai consiglieri dell’ex gruppo Forza Italia che sono Francesco Battistoni, Lidia Nobili, Andrea Bernaudo, Giancarlo Miele, Romolo del Balzo, Chiara Colosimo, Carlo De Romanis, Veronica Cappellaro, nonché il segretario di quest’ultima Andrea Palazzo, i quali volevano un ampliamento del plafond trimestrale. Non essendo stati da me accontentati, i citati consiglieri si sono rivolti al vicecoordinatore regionale Alfredo Pallone con il quale, a mia volta, mi ero più volte lamentato di tali continue richieste di maggiori fondi».
Quando gli viene chiesto conto delle fatture trovate nel tritacarte afferma: «Si trattava del pagamento di 6.000 euro (pari a 2.000 euro al mese) in contanti che ho fatto recapitare al proprietario di casa; una fattura per l’acquisto di cravatte presso “Marinella” effettuata dall’onorevole Miele di cui ho fatto pervenire copia alla stampa; una fattura non pagata del porto turistico di Tenerife dove era ormeggiata una barca ereditata da mio padre».
I diamanti
per Samantha
Yacht, ville, automobili di grossa cilindrata: non ha mai badato a spese Fiorito. E lo ha dimostrato anche durante il suo lungo fidanzamento con Samantha Reali. La donna viene interrogata lunedì scorso. I magistrati hanno la lista delle spese effettuate con la carta di credito del Pdl, le chiedono se ha mai ricevuto regali importanti.
Lei fa l’elenco e alcuni combaciano con gli esborsi addebitati al partito: «Era solito farmi dei regali per il compleanno e a Natale. Ricordo che oltre all’anello di fidanzamento, mi ha regalato altri due anelli (entrambi di Damiani). La gioielleria dove sono stati comprati è di Anagni. Verso la fine del 2010 siamo andati alle Maldive. Non sono a conoscenza dell’importo di questa vacanza. Un’ulteriore vacanza è stata quella di tre giorni a Positano presso l’hotel San Pietro. Come altri regali ho ricevuto due borse di Gucci, una per Natale 2010. A mia figlia ha regalato un computer portatile».
I contanti per la clinica
Nel maggio 2010 la donna è stata ricoverata e in quel caso è stato Pierluigi Boschi, il segretario di Fiorito, a consegnarle i soldi. «All’inizio mi avevano prospettato un ricovero massimo di due o tre giorni. La degenza si è prolungata per circa 10, 12 giorni e per far fronte a questo imprevisto Fiorito si è offerto di sostenere le spese. Il costo complessivo della mia degenza credo si aggirasse sui 5.000 euro, pari a 500 euro al giorno. Tale somma mi è stata materialmente consegnata in contanti da Pierluigi Boschi perché Fiorito era impossibilitato a raggiungermi. Ho poi consegnato tale somma all’ufficio amministrativo del reparto».
Poi conferma la grande disponibilità  di denaro dell’ex fidanzato. Parla di un viaggio a Tenerife, alle Canarie, della vacanza nel resort in Sardegna. E quando le chiedono i ristoranti frequentati, dice: «Sarà  capitato raramente di andare a cena soltanto io e lui, la maggior parte delle volte erano cene tra amici o di lavoro che si svolgevano presso ristoranti di Frosinone e Anagni quali il Castello Ducale, il Verde Liri e altri. Per tutte le circostanze era sempre Fiorito a saldare il conto».
La finta assunzione
Le verifiche del Nucleo valutario hanno evidenziato quattro bonifici ricevuti dalla donna tra l’8 novembre 2011 e il 13 giugno 2012 per oltre 7.000 euro. Lei nega di aver mai lavorato alla Regione. «Conobbi Fiorito in occasione della prima campagna elettorale, verso il 2005, e collaborai all’organizzazione su tutta la provincia di Frosinone. Non ho preso alcun compenso, poi è nata una relazione durata fino alla primavera 2011. Anche nella seconda campagna elettorale ho prestato la mia collaborazione, ma non ho percepito compensi. Ho ricevuto i bonifici quando la nostra relazione era già  finita, me ne sono accorta soltanto al secondo pagamento. Ho pensato si riferissero alla collaborazione prestata».
I magistrati le mostrano «la lista anagrafica dei dipendenti del Gruppo Pdl da cui la medesima risulta assunta il 1° ottobre 2011 e licenziata il 31 dicembre 2011». Lei è categorica: «Non ero assolutamente a conoscenza di tale assunzione. Non ho mai firmato alcun contratto di collaborazione con il Gruppo del Pdl. Non ho chiesto spiegazioni sui bonifici perché erano somme a me dovute».
Fiorenza Sarzanini


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