Nell’indagine su Fiorito i vertici del Pdl laziale
ROMA — L’indagine sugli sperperi alla Regione Lazio travolge l’ufficio di coordinamento del Pdl e il suo responsabile Vincenzo Piso. L’ex capogruppo Franco Fiorito — ora accusato anche di falso e calunnia — trascina nell’inchiesta alcuni colleghi di partito che adesso sono sospettati di aver modificato d’accordo con lui le fatture presentate da Francesco Battistoni, il suo successore nella carica di capogruppo alla Regione. Una faida interna che potrebbe avere come conseguenza immediata l’azzeramento del vertice, ma che nei prossimi giorni potrebbe portare a nuove e clamorose iniziative giudiziarie. Una svolta sull’asse Roma-Viterbo con i pubblici ministeri delle due città che si muovono in parallelo e continuano ad interrogare testimoni e indagati. L’ultima è stata Samantha Veruska Reali, l’ex fidanzata di Fiorito, beneficiata all’epoca della relazione con una collaborazione e tre bonifici per un totale di circa 7.000 euro.
La guerra interna al Pdl
Tra i documenti acquisiti dalla magistratura di Viterbo ci sono una decina di fatture presentate da Battistoni evidentemente «taroccate». Solo per fare un esempio: su una richiesta di rimborso da 3.000 euro è stato aggiunto un «1» in modo che la cifra finale fosse 13.000 euro. I documenti furono pubblicati da un sito internet locale e Battistoni denunciò per diffamazione il giornalista che aveva firmato l’articolo e il direttore. Vengono disposte alcune verifiche affidate alla Guardia di Finanza e l’ipotesi più accreditata è che la diffusione di quelle carte si inserirebbe in una campagna messa in piedi dall’assessore regionale all’Agricoltura Angela Birindelli proprio per screditare il suo collega di partito.
La Birindelli finisce sotto inchiesta per corruzione e tentata estorsione, insieme ai giornalisti Paolo Giallombardo e Viviana Tartaglini. Sospettata di aver pagato 18 mila euro al quotidiano – sotto forma di inserzioni pubblicitarie – proprio per essere appoggiata in questa «operazione» contro Battistoni. Quando viene convocato dai pubblici ministeri, Giallombardo nega di aver falsificato i documenti e racconta ulteriori dettagli. «Quelle fatture — accusa — le ho avute da Fiorito. Se qualcuno ha modificato gli importi, certamente non sono stato io». E pubblicamente aggiunge: «Se confrontate le fatture che ho pubblicato con quelle che ha acquisito Piso, vedrete che sono uguali».
La riunione del 12 settembre
L’indicazione è precisa, svela la trama di guerra interna al partito. E consente ai magistrati di imboccare una buona pista. Si scopre che effettivamente tutta la documentazione contabile del Pdl è stata consegnata da Fiorito al coordinatore Piso il 12 settembre scorso. A verbale Er Batman la racconta così: «Quel giorno arrivai da lui nell’ufficio della Camera e gli consegnai i documenti. Si chiuse nella stanza per fare le fotocopie e rimase lì almeno un’ora. Io aspettavo fuori, non so chi ci fosse con lui Mentre andavo via incontrai la Birindelli che mi chiese le fatture. Le risposi di parlarne con Piso che aveva tutto l’incartamento».
I magistrati dispongono nuovi accertamenti per scoprire chi fosse con Piso nella stanza e allargano l’inchiesta a tutti i presenti. Lui nega di aver commesso illeciti, assicura di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. E spiega: «Non capisco su che base dovrei essere indagato, mi sembra una situazione kafkiana. C’era una guerra interna e io ho cercato di capire che cosa stesse accadendo». Poi Piso scarica ogni responsabilità sull’ex capogruppo: «È un delitto fare fotocopie? Fiorito mi ha portato quella documentazione, è vero. Ma poi se lui fa quello che ha fatto, io cosa c’entro? Insomma: io cerco di capire e alla fine il colpevole sarei io? Lo sanno tutti che il mio rapporto con Fiorito è pessimo».
I soldi per Samantha
A quanto pare sono in molti ad avere rapporti pessimi all’interno del partito, ma quando si è trattato di ottenere rimborsi per spese che tutto erano tranne che esborsi per l’attività politica, nessuno sembra essersi tirato indietro. Prendevano i consiglieri e prendevano i loro collaboratori, prendevano anche parenti e amici. Proprio in quest’ultima lista è inserita Samantha Veruska Reali, «Sissi» per gli amici, che di Fiorito è stata la fidanzata per sette anni.
Ora la storia è finita, ma rimane il sospetto che una parte dei soldi a lei arrivati attraverso quattro bonifici fossero soltanto uno dei tanti escamotage studiati da «Er Batman» per appropriarsi illecitamente dei fondi del partito.
Lei, interrogata ieri come testimone dai finanzieri del Nucleo valutario, ha negato qualsiasi complicità . «Non avevo il contratto, ma lavoravo. Ero il collegamento tra Franco e i suoi elettori in Ciociaria, per questo sono stata pagata: tre bonifici e un rimborso spese». Nega anche di aver mai saputo che la vacanza da sogno trascorsa nel 2010 in Sardegna fosse stata pagata con il denaro destinato al Pdl. «Non mi sono chiesta da dove arrivassero i soldi, ma certo non potevo immaginare che fossero quelli della Regione». Un’aria ingenua che non sembra aver convinto investigatori e magistrati.
Fiorenza Sarzanini
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