Berlino e Parigi fanno asse: noi cuore d’Europa

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BERLINO — «Siamo noi il cuore dell’Europa, abbiamo una responsabilità  speciale: l’Europa deve andare avanti, con l’unione politica e non solo economica o finanziaria, perché se si ferma cade indietro». Ecco il messaggio di Angela Merkel e Franà§ois Hollande, in verità  pronunciato più da lui che non da lei, al vertice francotedesco di ieri a Ludwigsburg. Nella cornice dell’anniversario dello storico discorso di riconciliazione che il generale de Gaulle pronunciò, in tedesco, alla gioventù tedesca, la cancelliera e il presidente hanno rilanciato l’intesa a due. Non è più esclusiva, perché Hollande l’ha allargata all’Italia di Monti e alla Spagna con il benestare di Berlino, ma resta il motore. «Non decidiamo per gli altri ma possiamo entusiasmare gli altri», ha sottolineato il numero uno francese. A rafforzare l’asse, anche la decisione di celebrare il Trattato dell’Eliseo (trattato di riconciliazione bilaterale del 1963) con una seduta comune dell’Assemblée nationale e del Bundestag il 22 gennaio prossimo.
Su non pochi temi specifici — dalla sorveglianza bancaria, alla fusione aerospaziale — restano ostacoli, mancano novità . Ma per la prima volta dal cambio della guardia all’Eliseo, Merkel trova un vero linguaggio d’interessi e obiettivi comuni con il leader socialista della Quinta Repubblica. I disaccordi rimangono in piedi. Sulla sorveglianza bancaria, prima di tutto. «Prima si farà , meglio sarà », ha insistito Hollande. «Ci vorrà  del tempo – ha replicato Merkel -. Non serve fare qualcosa in fretta se poi non funziona».
«Dobbiamo riaccendere la fiamma dell’intesa francotedesca, siamo come una vecchia coppia che a volte perde l’orientamento», ha detto il presidente francese. «Ritroviamo il coraggio di allora ha continuato riferendosi a de Gaulle e al fondatore della democrazia di Bonn, Konrad Adenauer . Superare ciò che può dividerci e unirci per un progetto nuovo». «Tocca a Francia e Germania – ha aggiunto pronunciando molte frasi- chiave in tedesco, spingere per un’unione europea che sia politica e sociale, non solo bancaria e di bilancio ». E ha messo in guardia contro i grandi pericoli per l’Europa, «lo scetticismo, il nazionalismo, il populismo».
«L’Europa è nelle nostre mani, l’Europa è la risposta alla crisi, è l’Europa che vincerà  la crisi, siamo uniti nel dovere di costruire pace e prosperità , la felicità  del continente », ha detto Angela Merkel. Ricordando che quando de Gaulle parlò ai giovani tedeschi, «io avevo otto anni, e vivevo dietro la Cortina di ferro, e quelle ci sembravano realtà  lontane e inimmaginabili», narrate solo da Radio Europa libera o dalla Bbc. Adenauer e de Gaulle, ha aggiunto, «mostrarono che nonostante secoli di guerra non esiste
l’ostilità  naturale tra i popoli».
Il vertice non puntava a decisioni o iniziative concrete, e non le ha fonite. Ma il segnale politico c’è tutto: in un’Europa senza Berlusconi e Sarkozy, Angela Merkel accetta di scommettere su nuovi capitoli, nel rapporto-chiave con Parigi e in quello con Roma, cui Hollande contribuisce a dare più peso. «Dobbiamo accrescere la compe-titività , per regolare i mercati finanziari, e ci serve una nuova governance in Europa, a questo lavoriamo insieme con Angela Merkel», ha affermato il presidente. Ammonendo: «L’Europa vive oggi anche una crisi morale, ciò mostra come siano vulnerabili i nostri Stati». E ha spronato i giovani tedeschi, quasi citando il de Gaulle di mezzo secolo fa: «Voi siete i figli di un grande Paese, costruite l’Europa a vostra immagine: esigente e segnata dal rigore morale, generosa e aperta; portate avanti voi il sogno europeo».


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