Ecco i dieci testimoni chiave che mettono nell’angolo Formigoni

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MILANO — Sono dieci i principali testimoni che mettono nei guai Formigoni. Ognuno di loro aggiunge un pezzo di verità . Tutti smentiscono le tesi del governatore che nega le vacanze pagate da Pierangelo Daccò e le pressioni del faccendiere sui suoi uffici per foraggiare la fondazione Maugeri e il San Raffaele. E proprio su queste dichiarazioni i pm di Milano preparano le carte in vista della richiesta di processo.
«IN VACANZA COI NOSTRI SOLDI»
L’ex direttore amministrativo della fondazione Maugeri, Costantino Passerino, il 7 maggio, confessa di essere stato lo sponsor occulto dei viaggi in yacht del governatore. «Anche Simone più volte ha sottolineato l’amicizia che legava sia lui che Daccò a Formigoni, indicandola come la ragione che consentiva loro di “aprire le porte” in Regione. Peraltro, entrambi mi riferivano di vacanze trascorse insieme al presidente e al suo entourage. Daccò mi diceva espressamente che andava a prenotare e io ritengo che fosse lui a pagare, ma non me lo ha mai detto esplicitamente. Io invece ero certo che le loro vacanze fossero pagate con i nostri soldi».
«PAGAVA
DACCà’»
Giuseppe Danzi, collaboratore di Daccò, ha organizzato i viaggi ai quali partecipava anche Formigoni in Patagonia e Brasile (Capodanno 2007), Anguilla (2008, 2009 e 2010), Saint Martin (2011). «Mi è capitato anche — spiega il 30 maggio — di prenotare biglietti per il periodo pasquale in Costa Azzurra». Ma chi pagava? «Per quanto a mia conoscenza tutti i costi sono stati sostenuti da Daccò».
«YACHT AL 90% DI FORMIGONI»
è stato il comandante dei tre yacht messi a disposizione da Daccò a Formigoni. Il 21 maggio ai pm sottolinea come «Daccò non abbia mai utilizzato da solo le imbarcazioni da me comandate. È salito qualche volta per incontrare gli ospiti che erano a bordo, in particolare Perego e Formigoni. Ora che ci penso, Daccò o i suoi familiari hanno usato qualche volta solo l’imbarcazione Ojala esclusivamente nel mese di luglio 2007. (…) Percentualmente direi che circa il 90% delle volte le barche sono state utilizzate da Perego e Formigoni».
«LUPI, POZZETTO E GLI ALTRI»
Confermano e aggiungono particolari, i fratelli Silvio, Diego eAlessandro Passalacqua, marittimi imbarcati sui panfili del presidente. Ricordano nitidamente gli ospiti delle navi: «Daccò, la sua famiglia e il genero Massimo Buscemi; Renato Pozzetto; Antonio Simone; Roberto Formigoni con diversi amici e amiche; la famiglia del governatore (il fratello con i familiari); tale don Guido; tale dott. Walter (professore); il maestro Villa; Maurizio Lupi; Alberto Perego con i familiari; tale Willy (al seguito di Formigoni)». Alessandro ricorda che «a bordo dell’Ojala sono stati ospitati ripetutamente il Presidente, Perego e, in una occasione credo Antonio Simone (…) Era Daccò a chiamarmi e ad avvisarmi, mi diceva che sarebbe venuto il Presidente e di mettermi a disposizione».
Paolo Mascheroni, comandante della Myamor nel 2008-2009, il 15 maggio ricorda: «In diverse occasioni la famiglia Daccò ha ospitato a cena Perego, Formigoni e il segretario di quest’ultimo Willy. I tre raggiungevano il Ferretti 26 provenienti da una villa situata nella zona della collina del Pevero».
«ERA MIO OSPITE»
Daccò, nel verbale del 19 maggio, ricorda invece i costi che, almeno a partire dal 2007, si è sobbarcato per mantenere i panfili messi a disposizione del governatore. «Posso provare a quantificare a spanne i costi sostenuti: 30.000 per i mesi di marzo e aprile e 50.000 per i mesi estivi. Mi chiedete che costi ha sostenuto Formigoni quando ha utilizzato l’imbarcazione in oggetto, e rispondo che non ha mai pagato nulla perché era mio ospite».
«IL PIZZO A DACCà’»
L’ex presidente della fondazione, Umberto Maugeri, l’11 maggio ammette: «Eravamo costretti a pagare le cifre che ci sono state chieste da Daccò e Simone perché in quel momento — ed anche oggi — eravamo particolarmente vulnerabili, il nostro equilibrio finanziario dipendeva da provvedimenti discrezionali della Regione Lombardia. Mi fate presente che anche il San Raffaele pagavano il “pizzo” a Daccò e devo dire che effettivamente si tratta di un vero e proprio sistema ».
«GLI AMICI DEGLI AMICI»
Renato Botti, ex direttore generale della Sanità  in Regione: «Daccò mi fece un discorso molto chiaro, dicendomi che ero troppo autonomo
e che avrei dovuto, nella mia attività , aiutare gli amici degli amici… Avrei dovuto favorire imprenditori privati segnalati da loro. Mi chiese di aumentare il valore del Drg per le attività  di ricovero in riabilitazione ».
«UNA BUSTA IN CONTANTI»
Pierluigi Cipelli, autista di Daccò: «Nell’estate del 2011 ho consegnato alla governante della villa sarda dove andavano Perego e Formigoni una busta contenente denaro contante ma non ne conosco l’importo».
«LE CENE DI CL»
Gianfranco Mozzali, manager al servizio di Passerino, descrive le cene offerte da Daccò a Milano e a Rimini. «Daccò era seduto al tavolo con Formigoni, Perego, Simone…». A queste testimonianze si aggiungono quelle di Gianluca Ridolfi, comandante di volo nel jet che porta Formigoni a Saint Martin nel Capodanno del 2011 e a Nizza, di cui parla per primo il fiduciario svizzero Giancarlo Grenci. E poi ancora: Mario Valsecchi, Pierangelo Bombelli, Gianluca Ridolfi, Giuseppe Danzi… Una folla di testimoni assedia la fortezza di continue smentite senza spiegazioni in cui si è rinchiuso il governatore lombardo.


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