Ritorno alla natura

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La natura potente e pericolosa, blandita da popolazioni primitive con doni e magie, doveva essere domata, ridotta al volere degli uomini «come si fa con una prostituta» (Bacone). E i suoi figli diventati adulti lo avrebbero fatto usando scienza e tecnologia. Peccato che sia sempre più lungo l’elenco dei danni causati dall’ideologia patriarcale del dominio: gli effetti sul lungo periodo di tecnologie e di sistemi di vita che ignorano il modo di funzionare del regno naturale e il libero mercato, «che esiste solo nella mente di Milton Friedman» (Hazel Handerson), hanno reso la vita precaria e insicura a livello planetario. L’uso intensivo dell’energia da combustibili fossili ha alterato il clima. Siamo tormentati da ondate di calore, siccità  e inondazioni. Sono stati immessi nell’aria, nella terra e nell’acqua un numero incredibile di composti chimici che le hanno inquinate, indebolendo la salute umana, soprattutto per l’effetto cumulativo. Siamo sommersi dai rifiuti. Perfino nell’Oceano Pacifico si sono formate due enormi isole di immondizia, un brodo di plastica che soffoca la vita marina, e nello spazio girano milioni di corpi artificiali che, finita l’utilità , restano in orbita, a rischio collisioni; si lanciano e addio. Il commercio consumista ha ridotto drasticamente boschi e foreste, la varietà  della flora, della fauna e delle specie di cui ci nutriamo, saccheggiati ovunque i minerali. Lo spreco di cibo e i danni causati dalle politiche agricole e alimentari industriali sono sotto gli occhi di tutti: un miliardo di persone ha fame, due miliardi soffrono di malnutrizione e il mondo ricco è obeso. Infine l’acqua, base della vita, è diventata scarsa e inquinata. Per uscire dal capitalismo industrialista consumista e dai fallimenti del socialismo reale, per risanare il pianeta malato e noi con la Terra, servono parole-chiave nuove, e anche antiche: cura, limite, responsabilità , ecologia, dimensione umana, empatia, aiuto reciproco, cooperazione, giustizia sociale, bene comune… Cambiare il «malpasso» dell’umanità  (Peccei, Shiva) è una transizione lunga che modifica tutti gli ambiti della società  ma il rapporto rinnovato con la natura ne è un passaggio chiave. Riconoscere la dipendenza (Satish Kumar). Dipendiamo dall’equilibrio dei sistemi naturali ed evolviamo insieme alle altre specie, viviamo nell’organismo Terra e ci influenzano le energie del cosmo. Matrice di una geometria frattale, curva, ondulata, zigzagheggiante, la natura è viva: «L’universo è più un animale che una macchina» (Charles Jencks, The Architecture the jumping Universe, 1995). E gli animali hanno emozioni e intelligenza, le piante un certo cervello e, forse, anche i cristalli sognano.


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