Maometto, in Francia in arrivo nuove vignette
PARIGI — Non è destinato a estinguersi rapidamente l’incendio appiccato nel mondo islamico dal film “L’innocenza dei musulmani”: una nuova sfida è in arrivo dal giornale francese Charlie Hebdo, che secondo le anticipazioni intende pubblicare nel prossimo numero nuove vignette satiriche su Maometto, come quelle che erano uscite sui giornali danesi suscitando la rabbia del mondo islamico nel 2006. Stéphane Charbonnier, direttore del settimanale, ha dichiarato che le vignette «scioccheranno chi vuol essere scioccato, leggendo un giornale che non legge mai». «Profondamente costernato » si è detto il presidente delle Comunità musulmane di Francia, Mohammed Moussaoui.
Dagli Usa arriva l’allarme di IntelCenter, centro di monitoraggio antiterrorismo dei siti islamici: secondo gli studiosi, sul web è apparsa l’esortazione di Al-Qaeda nel Maghreb islamico, che incita i musulmani ad attaccare le ambasciate e a uccidere gli ambasciatori americani in risposta alla diffusione del video su Maometto ritenuto blasfemo. «Esortiamo i giovani dell’islam a seguire l’esempio dei leoni di Bengasi, abbassando la bandiera americana dagli edifici delle ambasciate nelle nostre capitali, a bruciarle, a calpestarle e ad uccidere gli ambasciatori e i rappresentanti, o cacciarli via e purificare la nostra terra dalla loro sporcizia per vendicare l’onore del profeta».
E nei paesi musulmani la rabbia non accenna a calmarsi. Ieri a Kabul una donna con un’auto carica di esplosivo si è lanciata contro un minibus che trasportava stranieri lungo la strada che collega il centro della città con l’aeroporto. Oltre alla kamikaze, sono morte almeno dodici persone, in gran parte russi e sudafricani, dipendenti della ACS, un’organizzazione di trasporti che collabora con le forze statunitensi. Poche ore dopo l’attentato, è arrivata la rivendicazione dell’organizzazione integralista Hezb-i-Islami, secondo cui al volante dell’auto-bomba c’era una ragazza di 22 anni di nome Fatima. Il partito, guidato da Gulbuddin Hekmatyar, fa parte del governo Karzai ma allo stesso tempo condivide una buona parte dell’ideologia dei Taliban.
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