In carcere per due vignette “Aseem Trivedi è un traditore”

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Sessantacinque anni dopo l’indipendenza, il “sedizioso” di turno è Aseem Trivedi, 25 anni, capelli lunghi da artista. Che a furia di usare la sua matita contro il nervo più scoperto del governo — la corruzione — è diventato una star del dissenso più di quanto avesse potuto immaginare, quando tempo fa lasciò la povera regione dell’Uttar Pradesh per cercare fortuna come vignettista satirico nella metropoli delle opportunità , Mumbai.
Ieri, dopo la diffusione della notizia del suo arresto, c’è voluto un attimo perché il suo nome diventasse la parola più postata
su Twitter. Il “top trend” in una nazione dove, nonostante un livello di connessione a Internet ancora infimo, il web è il canale di mobilitazione civile della poderosa classe media, che da oltre un anno ha come bersaglio principe la classe politica, giudicata inefficiente e corrotta. E durante un sit-in dell’attivista
Anna Hazare che, tra digiuni gandhiani e slogan populisti, guida il movimento contro i parlamentari arraffoni, nel dicembre scorso Trivedi aveva esposto le vignette che postava online su “Cartoons against corruption”. Tra queste ce n’era una che raffigurava il Parlamento come un water e un’altra con il trio di leoni simbolo nazionale diventati lupi affamati sopra la scritta «Vita lunga alla corruzione », invece che «alla verità ». La mostra gli è valsa la chiusura del sito e una denuncia. Ora resta in custodia cautelare. «I cittadini devono rispettare i simboli nazionali », ha spiegato Anika Soni, ministro dell’Informazione. «Non ha commesso illegalità , piuttosto arrestarlo è illegale», ha replicato feroce il capo del Press Council of India. Quanto a Trivedi, insignito in Usa del “Courage Cartooning Prize”, prima di essere portato via da falangi di poliziotti, ha avuto il tempo di gridare: «Se dire la verità  trasforma una persona in un traditore, sono felice di esserlo».


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Sud Sudan, prove tecniche di genocidio

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