Imu, seconda rata boom nelle grandi città
ROMA — Imu, arriva la seconda rata. Per chi ha deciso di versare l’imposta in tre tranche – possibilità accordata sulla prima casa lunedì prossimo, 17 settembre, scadono i versamenti del secondo acconto.
L’appuntamento riguarda una piccola parte dei contribuenti visto che il percorso in tre tappe (giugno, settembre, saldo a dicembre) è stato scelto solo da 887 mila proprietari sui 16 milioni chiamati a pagare: il 5,5 per cento appena. L’importo medio per i residenti in capoluoghi di provincia, calcola la Cgia di Mestre, sarà di 131 euro, ma nelle grandi città la cifra sale vertiginosamente: si vai 196 euro richiesti a Roma, ai 199 di Roma, 224 di Torino, 227 Genova fino ai 269 di Milano e 293 da versare a Bologna. Nelle grandi città si pagherà – mediamente – il 62 per cento in più rispetto ai piccoli centri.
«Queste differenze – segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – sono dovute al fatto che nelle grandi aree urbane le rendite catastali degli immobili sono mediamente più elevate rispetto ai piccoli centri. Visto che il governo si è riservato la possibilità di modificare le aliquote dell’Imu entro il prossimo 10 dicembre, spero lo faccia quanto prima».
A dicembre, entro il 17, il contribuente dovrà poi versare il saldo sulla base delle aliquote definitive deliberate (entro il 30 settembre) dal Comune. Sarà necessario ricalcolare il debito Imu annuo sulla base delle aliquote decise dall’ente locale, sottrarre gli acconti pagati a giugno e a settembre
(per i contribuenti che hanno scelto di suddividere i versamenti in tre rate) e versare a saldo la differenza.
In corrispondenza della seconda rata da versare montano, comunque, le polemiche sorte attorno all’entità dell’imposta: «L’Imu va corretta, bisogna tornare alla versione originaria chiede Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia – L’onda del mal contento è ormai incontenibile e si aggraverà in occasione del versamento del saldo. Bisogna che il governo ascolti le voci di chi propone un ridimensionamento della tassazione della casa. La nuova situazione che s’è creata nei conti pubblici, lo consente e quindi lo impone».
Sta di fatto – sottolinea l’Ancot, associazione nazionale consulenti tributari – che la «voracità » fiscale dei comuni cresce, come dimostra l’andamento dell’addizionale Irpef di loro competenza: parallelamente all’aggravarsi della crisi è balzata da un’incidenza pro capite di 41,8 euro nel 2007 ai 48,1 nel 2010.
Ma ci potrebbero essere novità in arrivo anche sulla scadenza entro la quale presentare la dichiarazione Imu che – prevista entro il 30 settembre – potrebbe slittare a fine anno. Sia per i ritardi nella diffusione del modello, sia per i «tempi»richiesti. I contribuenti, infatti, devono presentare la dichiarazione Imu entro novanta giorni dalla data in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio. Per esempio: se l’obbligo dichiarativo è sorto il 31 agosto, la dichiarazione va presentata entro fine novembre. Per poter garantire ai contribuenti il rispetto dei tre mesi di tempo, il decreto contenente il relativo modello (e anche indicazioni precise su possibili situazioni esenti dall’Ici, ma ora assogettate all’Imu) doveva essere già stato approvato da diversi mesi. Così non è stato: la proroga della scadenza del 30 settembre risulterebbe quindi probabile e potrebbe essere fissata per fine anno o, in alternativa, per il 17 dicembre termine per il pagamento del saldo Imu.
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