A come agua

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Si dirà : il Brasile è una terra climaticamente (e non solo) calorosa, che bisogno c’è dell’acqua calda? Beh, non è sempre calda, questa terra, e anche nelle stagioni intermedie, considerato come un dato acquisito per noi europei nel vortice del Progresso, l’acqua calda, rinunciarvi, nella ricca regione di SaൠPaulo o nella capitale Rio è un fatto di cui non è facile darsi pace. Ma come? Non c’è neppure il rubinetto?! Allora vi dirigete alla doccia, convinti di rimediare: invece la delusione sarà  sopravanzata dalla disillusione. L’acqua che esce dal bocchettone traforato largo come uno scolapasta, è a mala pena tiepida. C’è una sorta di scaldacqua incorporato, con una scomoda manopolina sotto, che speranzosi farete ruotare in ogni direzione, ma niente, l’acqua oltre i 30 gradi non arriva. Il che vuol dire pressoché fredda.
Fredda, ma abbondante, non v’è che dire. Il sistema che si usa per lavare bagni, scale, terrazze, androni, cortili delle abitazioni e degli edifici pubblici è straordinario: una manichetta attaccata alla presa d’acqua, e via! Un getto potentissimo investirà  tutto quel che si para sul suo micidiale percorso. Scansarsi o perire per annegamento.
Acqua che tra poco nella progettata diga di Belo Monte, nel cuore intatto della foresta amazzonica, sul fiume Xingu, rischia di provocare uno scenario da tregenda: una prospettiva di devastazione ambientale davanti alla quale la nostra misera (e infame) Tav della Val di Susa è una specie di gioco di bimbi sulla sabbia. Qui il progetto prevede 500 chilometri quadrati di acqua che invaderà  terre abitate da indios che saranno costretti a fuggire.
Sulla diga anche coloro che non guardano in modo negativo al presidente Lula, e alla sua delfina ora al potere, Dilma (Rousseff; ma qui ci si chiama tutti per nome, anche i presidenti!), esprimono un preoccupato dissenso, pur consapevoli di altre esigenze.
E poi c’è l’acqua dei tanti, tantissimi fiumi, giganteschi, grandi, medi, piccoli, a partire dal fiume dei fiumi, il Rio per antonomasia, quello delle Amazzoni; un tripudio di acque che accompagna la quotidianità  dei brasiliani, divenendo parte essenziale del paesaggio. Fiumi, torrenti, laghi, persino canali e laghetti artificiali, che ingentiliscono l’ambiente, rendono meno calde le estati, meno secchi gli inverni.
Acqua, il nostro “bene comune” per la cui tutela e proprietà  pubblica ci battiamo in Italia, e che è motore di sviluppo, risorsa vitale, ma anche possibile flagello. E in ogni caso, se d’estate ci piace fresca, d’inverno la preferiamo calda. Ho fatto la scoperta dell’acqua calda?


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