Torino, bufera sulla onlus delle staminali “Per fortuna i senza speranza aumentano”

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TORINO — I malati senza speranza «sono fortunatamente in aumento ». Lo avrebbe detto il presidente della Stamina Foundation, Davide Vannoni, a uno dei testimoni interrogati dalla procura di Torino nell’indagine sulla Fondazione onlus che promuove cure con cellule staminali ottenute dal midollo osseo. Il sostituto procuratore Raffaele Guariniello ha iscritto negli registro degli indagati 13 persone (Vannoni, alcuni medici e altro personale) per associazione a delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci pericolosi per la salute pubblica, alla somministrazione di medicinali guasti o imperfetti e alla truffa. Stando a denunce, testimoni e documenti bancari la fondazione (senza scopo di lucro) incasserebbe ogni anno dai suoi 70 pazienti cifre tra i 7 e i 10mila euro tramite bonifici che devono essere giustificati come «contributi, donazioni e oblazioni». Per il pm il vertice della Fondazione era «animato dall’intento di trarre guadagno dai pazienti affetti da patologie senza speranza». Nel frattempo l’inchiesta è stata riaperta perché la sperimentazione è continuata agli Spedali Civili di Brescia fino al blocco imposto dal ministero della Salute e dall’Agenzia italiana del farmaco. Contro lo stop hanno fatto ricorso al tribunale di Venezia i genitori di Celeste, bambina di due anni affetta da atrofia muscolare spinale che si è vista interrompere le cure. Oggi il giudice del lavoro Margherita Bortolaso dovrà  decidere. A Brescia l’8 e il 9 maggio i Nas e due ispettori dell’Aifa hanno controllato i laboratori trovando irregolarità  igieniche. I Nas hanno chiesto lo stop delle cure, accordato il 15 maggio dal direttore generale dell’Aifa Luca Pani. Un rapporto del ministero della Salute, dopo l’indagine ammini-strativa voluta dal ministro Balduzzi, ha evidenziato altre irregolarità . Il personale della Stamina Foundation non ha fornito informazioni sui metodi scientifici perché coperti dai brevetti, ma in realtà  esistono solo domande di brevetti senza esiti. Inoltre «non è garantita la tracciabilità  dei prodotti » usati nelle cure. Ora sono in corso analisi sui campioni di cellule, dopodiché la procura


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