Fissare un tetto allo spread Piano anti speculatori della Bce

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BRUXELLES — La decisione dovrebbe essere presa il 6 settembre, quando si riunirà  il board della Banca centrale europea. I tecnici dell’Eurotower sono al lavoro per definire come avverrà  l’acquisto dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà , per contenerne gli spread: la Bce sta valutando di stabilire un tetto agli interessi oltre il quale scatterebbe l’intervento.
Si tratta di una mossa anti-speculazione, che consentirà  a Spagna e Italia di rifinanziarsi a tassi più accettabili, a patto che facciano formale richiesta di intervento al fondo salva Stati Efsf o Esm e accettino di siglare un memorandum d’intesa. La strategia della Bce non trova però il consenso della Bundesbank, unica ad aver votato contro gli interventi possibili a favore di Roma e Madrid nel consiglio di Francoforte di inizio agosto. Allora il presidente Mario Draghi era stato molto chiaro: l’Eurotower potrà  «avviare operazioni a titolo definitivo di ammontare adeguato al raggiungimento degli obiettivi» per mantenere la stabilità  dell’eurozona, messa a rischio da spread in alcuni casi «inaccettabili». La Bce punta a eliminare quella quota di spread che è legata ai «timori di reversibilità » dell’euro: gli investitori hanno paura che la moneta unica vada in pezzi e che i titoli di Stato siano rimborsati in valute nazionali, più deboli quelle dei Paesi del Sud Europa, più forti quelle del Nord. Questo meccanismo, secondo la Bce, fa schizzare lo spread di Spagna e Italia. E infatti venerdì scorso il tasso a 10 anni dei Bonos era al 6,523% sul mercato secondario (il 7% è la soglia limite oltre quale il rifinanziamento per uno Stato diventa insostenibile), quello dei Btp al 5,793% mentre quello dei Bund all’1,529%. 
Se la Bce sta lavorando per la tenuta di Eurolandia, negli ultimi giorni i politici dei Paesi con la tripla A si sono alternati nell’annunciare l’esistenza di piani di una possibile uscita della Grecia dall’euro. Fra tutte le capitali, è Berlino a condurre il pressing più serrato. Dopo le parole del ministro delle Finanze, Wolfang Schà¤uble, che aveva ammesso l’esistenza di un piano per un’eventuale addio di Atene all’eurozona, ieri dalle colonne dello Spiegel il titolare dell’Economia, Philipp Rà¶sler, ha ribadito che «chiunque attui una decisiva politica di riforme, ottiene la solidarietà » ma «chi non rispetta le regole e rompe gli accordi non può attendersi aiuti». Sullo stesso giornale Volker Kauder, il capogruppo al Bundestag della Cdu, partito della Merkel, è andato diretto al punto: «La Grecia deve rispettare le promesse. Non c’è spazio per altre manovre, né in termini di tempo né di sostanza». È la reazione alla notizia che Atene vorrebbe chiedere nuovi aiuti e una proroga di due anni per risanare le finanze. Anche la Francia si è mostrata fredda. Il ministro agli Affari europei, Bernard Cazeneuve, ha detto che «la Grecia deve rispettare gli impegni» presi con l’Europa. Il presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Merkel si vedranno a Berlino giovedì. Il giorno prima Juncker andrà  ad Atene, mentre venerdì il premier greco Samaras si recherà  a Berlino e sabato a Parigi. La Grecia vuole «sopravvivere e rimanere sotto l’ombrello dell’euro, perché è l’unico modo per proteggerci da una povertà  che non abbiamo ancora sperimentato», ha detto ieri il ministro delle Finanze Stournaras. La troika torna ad Atene a settembre per il secondo tempo, ma per la partita greca sembrano già  cominciati i tempi supplementari.


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