E Wall Street ora teme la nuova bolla Internet

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MILANO â€” Lo hanno chiamato “Facebook freeze”. È il “grande freddo” calato su Wall Street e sul ricco mercato, almeno negli Stati Uniti, delle nuove società  che si quotano in Borsa. La causa? il clamoroso flop del social network più diffuso nel mondo che ha visto più che dimezzare la sua capitalizzazione dal maggio scorso, dal giorno del debutto a New York. Dai 101 miliardi di dollari di valutazione iniziale ora l’azienda, fondata nel 2002 da Mark Zuckerberg, venerdì scorso ne valeva poco più di 40. E in America ora temono una replica di quanto accaduto nel 2000, quando la bolla dei titoli internet provocò un crollo del Nasdaq, il listino dei titoli tecnologico, e a cascata di tutte le borse mondiali. Un presagio di quanto sarebbe accaduto, in modo molto più drammatico, soltanto sette anni dopo, con un’altra bolla, stavolta legata al mercato immobiliare. Perché quello di Facebook non è un caso isolato e ha coinvolto anche finanzieri come George Soros che ci ha investito 10 milioni e ci perde il 34%. Wall Street per riconquistare gli investitori ha puntato molto sul nuovo fenomeno di moda, guarda caso partito ancora una volta dalla Rete. Una parabola simile l’hanno vissuta sia Groupon, il sito di buoni sconto, sia Zynga, il cui business è legato ai giochi online. Groupon ha fatto il suo esordio anticipando i concorrenti e si è quotata nel novembre scorso: da allora le azioni sono passate da 20 a 5,5 dollari (-75%). Nemmeno l’aver riportato il bilancio in utile nel primo semestre dell’anno, giusto la settimana scorsa, ha risollevate le quotazioni. Anche perché i manager hanno dichiarato un rallentamento del giro d’affari a causa della crisi dei consumi in Europa.
Per Zynga non c’è solo il calo delle quotazioni del 70%. Nei confronti dell’amministratore delegato e dei manager di prima fila pesa anche una class action promossa da alcuni soci di minoranza per insider trading: se dimostrata, l’accusa per loro sarebbe di aver venduto le azioni sapendo ovviamente prima dei risultati poco soddisfacente della società . Unico social network controcorrente Linkedin: quotata da un anno e mezzo, ha raddoppiato il suo valore anche grazie ai suoi 150 milioni di utenti. Ma soprattutto al successo economico, visto che si fa pagare per le inserzioni. E 69 aziende sulle prime 100 elencate nella classifica di Fortune nel mondo lo usano per selezionare personale.


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LE PROTESTE
ROMA. Pensionati, poliziotti, sindacati di base, sinistra radicale. Davanti a Montecitorio si sono alternati per tutta la giornata di ieri, durante la discussione sulla manovra, i rappresentanti dello Spi-Cgil che protestavano contro un provvedimento che, «invece di colpire le pensioni d’oro, quelle che superano i 3.000-5.000 euro, colpisce solo le pensioni medie e basse»; i poliziotti in piazza perché non hanno più nemmeno i soldi per fare benzina allo loro auto. Nel pomeriggio si è svolto invece un presidio del Prc contro «la manovra alla greca».
L’Unione sindacale di base aveva invece proclamato una giornata di sciopero generale del pubblico impiego. «Una prima urgente risposta a cui seguirà  una stagione di lotta», l’hanno definita.

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