Ong, Riccardi: “Si va verso il modello europeo di finanziamento”

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ROMA – “E’ finita l’era delle ong idonee e dei finanziamenti a progetti secondo la normativa vigente. Si va verso un meccanismo più flessibile, il modello verso cui tendere è quello europeo”. E’ quanto dichiara il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi rispondendo alle domande del portale web degli operatori e volontari della cooperazione internazionale, www.bandiong.it. Al ministro sono stati sottoposti gli interrogativi che hanno animato il dibattito della community negli ultimi mesi, in vista dell’atteso Forum della Cooperazione Italiana, in programma a Milano l’1 e 2 ottobre. Riccardi risponde a tutto campo sul panorama italiano del non governativo. “Penso che si possa arrivare a una rappresentanza condivisa capace di esprimere portavoce unitari – risponde in merito alla frammentazione della rappresentanza del settore – , sono certo che anche per il Forum della cooperazione le Ong sapranno dare un messaggio di unità  al Paese attraverso un portavoce unico”. Sul tema dell’idoneità  delle Ong, Riccardi assicura: “C’è ormai largo consenso all’interno della Direzione Generale della cooperazione allo sviluppo e nel mondo delle’Ong che si debba passare verso un meccanismo più flessibile, a bandi differenziati sulla base del livello e relazione di partnership con le Ong. Il modello verso cui tendere è quello europeo. Questa è una richiesta anche della Corte dei Conti”. In merito alla riforma della legge 49/87 sulla cooperazione allo sviluppo e le polemiche dovute all’iniziativa parallela in corso alla Commissione esteri del Senato, Riccardi si dice “certo che il Parlamento terrà  conto dei risultati del Forum, strumento partecipativo multi-attoriale al massimo livello del Sistema-Italia di cooperazione allo sviluppo”. Infine una promessa per gli operatori della cooperazione “Entro fine anno credo che sia possibile procedere ad una semplificazione e modifica nelle procedure di attribuzione delle risorse alle Ong”. Impegni importanti e prospettive di lungo periodo emergono dalle parole del Ministro, un approccio diverso da quello di un governo tecnico che opera chirurgicamente con la sola prospettiva di chiudere la legislatura. Leggi l’intervista integrale © Copyright Redattore Sociale


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