“Evitiamo il voto anticipato In Europa tutti ci chiedono se Monti rimarrà dopo il 2013”
ROMA — Week end al mare, vicino Roma, ma oggi di nuovo al ministero, al lavoro. Andrea Riccardi, ministro della cooperazione, parla «dell’angoscia del poco tempo davanti». Perché racconta – al di là delle vacanze, «c’è questo dato psicologico: un anno e mezzo è niente per l’azione di un governo, accompagnata peraltro da grandi attese».
Ministro Riccardi, l’emergenza non è finita, serviranno altri sacrifici. Lo dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, chiedendo che Monti acceleri sulle riforme.
«Di quanto afferma Visco mi colpisce in particolare l’osservazione sulla necessità di imparare ad alzare lo sguardo, ad avere una politica alta. Tentativi di svilire la politica ci sono sempre. Ma questi mesi di esperienza di governo Monti mostrano che si può fare una politica meno gridata. Negli Anni Novanta è nata una politica antagonistica. Finiti i partiti ideologici della Guerra Fredda, sono cresciuti i partiti che, più che personali, definirei emozionali. È stato il tempo delle grandi emozioni e contrapposizioni
».
Oggi siamo al giro di boa del governo: avete compiti impegnativi davanti. Ma la maggioranza che sostiene l’esecutivo si sta sfaldando, è già impegnata in campagna elettorale?
«A novembre del 2011 i partiti, il presidente della Repubblica – non certo Monti o i ministri che erano dei singoli signori e signore qualsiasi – hanno scelto di uscire da una politica emozionale e di contrapposizione per avviarsi verso una stagione concentrata su un linguaggio politico diverso e sulla ricerca di soluzioni oggettive. Capisco che la politica è dialettica, ma c’è anche l’esigenza per il paese che non si passi il tempo a rinfacciare all’avversario l’origine dei mali: questa è la storia del governo Monti, di un governo di tecnici che ha prodotto un linguaggio
politico differente, di cui i successivi passaggi politici dovranno tenere conto».
Elezioni anticipate sono in vista?
«Io non anticiperei con tutta questa facilità la fine della legislatura
».
È preoccupato?
«Non sono preoccupato. Percepisco però che nel mondo, in Europa, si possano vedere le elezioni anticipate come un fatto tipico di instabilità italiana. Perché nel mondo ci chiedono oggi: cosa succederà in Italia nel 2013? Capisco possa esserci una reazione orgogliosa del tipo “questo
è affare della nostra democrazia e le vostre possono essere intromissioni di stranieri”.
Ma…».
Ma viviamo ormai a sovranità limitata?
«L’esercizio pieno della nostra democrazia si coniuga anche con la credibilità internazionale del nostro paese. Facciamo parte di una comunità di Stati, di cui l’euro è espressione. Per la mia esperienza di rapporti fuori dal paese, Monti è giudicato non solo il difensore degli interessi italiani, ma come una risorsa di idee, un possibile allenatore dell’intera squadra europea».
Ci vorrebbe un Monti-bis?
«Non
voglio entrare nelle prerogative del capo dello Stato e nelle decisioni del prossimo parlamento. Monti ha confermato che non si candiderà . Ma credo che la sua azione di governo resterà un riferimento imprescindibile per chi sarà scelto dopo di lui».
Tutti questi sacrifici potrebbero sfaldare la coesione nazionale?
«Siamo consapevoli di questi sacrifici, puntiamo sulla ripresa, anche se sappiamo che il 2013 non sarà un anno facile. Abbiamo cercato di fare tutto per risparmiare una penalizzazione come l’aumento dell’Iva, ad esempio. La realtà italiana regge. Pensiamo alla conflittualità che c’è in Spagna, non è paragonabile a quella che c’è da noi. Ho la percezione che gli italiani abbiano riscoperto una comunità di destino e vogliano uscire insieme dalla crisi. Tutti noi ci siamo stretti intorno a Rossella Urru la cooperante rapita in Mali, e alla medaglia d’oro Jessica Rossi, figlia delle terre terremotate. Spesso nella difficoltà gli italiani danno il meglio».
Le politiche del governo Monti sono quindi irreversibili?
«Niente è irreversibile nella storia, e la storia è piena di sorprese. Però io credo che questo governo ha creato due fatti politici: ha messo l’Italia su binari europei di serietà e ha parlato un linguaggio politico che non può essere disperso. Oggi siamo in un nuovo orizzonte repubblicano ».
Lei si impegnerà in politica, nelle elezioni del 2013?
«Confesso che parlo di politica con molta passione ma non perché penso al posto di domani. Non vedo per me una posizione politico-parlamentare. Le ambizioni di tutti sono legittime, però io penso che sia importante oggi provare a lavorare a una visione del futuro. Wojtyla scriveva: “L’uomo soffre soprattutto per mancanza di visione”».
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