Casini e l’asse con Bersani: bene, io organizzo i moderati

Loading

ROMA — «Bene, così tu organizzi il campo dei progressisti e noi quello dei moderati»: al telefono con Bersani, dopo l’incontro che il segretario del Pd ha avuto con Nichi Vendola, Pier Ferdinando Casini si informa del colloquio tra i due e fa le sue valutazioni. 
Ancora non si sa con quale sistema si andrà  a votare, ma nei cantieri del Partito democratico e dell’Udc i lavori sono in corso. I due leader si sentono ormai regolarmente, quasi ogni giorno, e hanno stabilito tra di loro un’intesa di massima (riforma permettendo): nessuna alleanza per le elezioni ma la promessa di una proficua collaborazione nella prossima legislatura.
Per questa ragione, Bersani sta andando avanti nella costruzione delle alleanze a sinistra. E quello con Vendola è stato un appuntamento importante in questo senso. Certo, il lavoro è ancora all’inizio, ma lo stesso leader della Sel fa sapere che il traguardo è quello «di una piattaforma programmatica comune». Ciò che invece Vendola non può dire già  adesso è che l’obiettivo è ancora più ambizioso: la costituzione di gruppi parlamentari unitari nella prossima legislatura.
Ma questi sono disegni che riguardano il futuro: è sull’oggi, invece, che Vendola e Bersani vogliono concentrare la loro attenzione in questa fase. Anche su questo terreno i due leader non sono poi così distanti. È vero che li divide il giudizio sul governo Monti, però il segretario del Partito democratico guarda già  oltre questo esecutivo: «Il Pd ha fatto anche più del suo dovere». Adesso, insiste, deve tornare il «tempo della politica». E per accelerare questo processo Bersani è disposto ad accettare un accordo sulla legge elettorale con il Pdl, «purché non pensino di metterci un cappio intorno al collo». 
Ma un problema dell’oggi — per entrambi i leader — è anche Antonio Di Pietro. «Si sta mettendo fuori lui», dice Bersani. E Vendola nel suo colloquio con il segretario del Pd non va oltre una difesa d’ufficio del leader dell’Italia dei valori: «Ha preso una deriva distruttiva». I due esaminano le ultime mosse dell’ex magistrato. E ragionano sull’eventualità  che Di Pietro abbia deciso scientemente di rompere con il centrosinistra. È una mossa che viene vista con qualche sospetto. L’interrogativo è questo: sotto sotto, al di là  delle dichiarazioni e smentite pubbliche, c’è forse qualche accordo tra Beppe Grillo e il leader dell’Italia dei Valori? 
Idv e Movimento 5 stelle rappresentano un bel problema, perché intercettano molti voti di protesta e tolgono consensi sia al Partito democratico che a Sel. Soprattutto da quando Di Pietro si è gettato su terreni che prima non erano i suoi, ossia quelli delle politiche economiche e sociali. In questo modo l’Idv, grazie anche a Maurizio Zipponi (ex Rifondazione comunista dei tempi bertinottiani), ha stretto un rapporto con la Fiom e con una parte della Cgil. Ed è proprio il sindacato un altro possibile campo di battaglia tra Pd e Sel, da una parte, e Italia dei valori, dall’altra. 
La Cgil, anche se i dissapori interni non trapelano in maniera vistosa, è divisa. C’è una parte di quella confederazione (e non si tratta solo della Fiom) che giudica Susanna Camusso troppo accomodante nei confronti del governo. È a questa fetta della Cgil che Idv si rivolge. Il che comporta ovviamente un problema per due partiti come il Pd e Sel.
Casini, invece, non sembra arrecare troppi grattacapi a Bersani e Vendola. Il primo va d’amore e d’accordo con il leader dell’Udc. Il secondo, fedele alla logica del «non pongo veti e non accetto nemmeno di subirli» non è contrario pregiudizialmente a una futura collaborazione con i centristi. A patto, naturalmente che il programma del centrosinistra non venga snaturato. Qualche problemino, invece, Vendola lo ha in casa (come dimostra la rivolta che si è scatenata sul web rispetto alle sue aperture a Casini) dove mezza Sel non vuole l’alleanza con il Partito democratico.


Related Articles

Scontro sulla decadenza da senatore Manovre per far slittare il voto

Loading

 Il centrodestra: incandidabilità non retroattiva. I 5 stelle: fuori subito

La mossa del Colle che toglie ogni alibi

Loading

GLI alibi a questo punto sono caduti per tutti. Per il centrodestra, per il centrosinistra e soprattutto per il governo. La mossa di Napolitano ha strappato il velo delle contrapposte ipocrisie. Adesso nessuno può avere giustificazioni. Ognuno deve dimostrare di essere in grado di svolgere il compito che gli è stato affidato dal Quirinale e, in primo luogo, dagli elettori.

Lombardia, indagato Podestà  “Firme false per Formigoni”

Loading

 La Procura: irregolarità  nella lista per le elezioni 2010   

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment