La «troika» vuole di più, in arrivo altri tagli

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Non c’è tregua. Il premier greco Samaras, la Troika (Ue, Bce, Fmi) cercano di tranquillizzare i mercati, ma la Grecia, già  al bordo del baratro, continua a sprofondare. 
Samaras si è incontrato ieri con i rappresentanti della Troika, che fanno pressioni per un altro giro di duri tagli nei prossimi giorni, tra i quali l’abolizione della tredicesima e quattordicesima e altri tagli nei salari e le pensioni. Ufficialmente però i rappresentanti della Troika non hanno parlato dei nuovi tagli per il 2012 -2013. Da parte sua il leader socialista Venizelos, durante il suo incontro con la stessa troika nella sede centrale del Pasok, ha chiesto di allungare l’applicazione del Memoramdum fino alla fine del 2016 per aiutare la Grecia di evitare una recessione prolungata. Una proposta che ha avuto la sua risposta negativa già  dal Eurogruppo e l’Ecofin e sembra di essere fatta avanti solo per essere utilizzata come alibi per i nuovi tagli. 
Secondo la Reuters però la politica europea di Bruxelles starebbe preparando – entro l’agosto – un altro taglio dei debito greco tra i 70 e i 100 miliardi, per portarlo al quasi 100% del Pib, considerato più sostenibile, visto che l’obiettivo per la diminuzione al 120% fino al 2020 è quasi certo che non sarà  raggiunto. Il problema però è che la Bce e le banche centrali nazionali dovranno registrare perdite e qualcuna sarà  costretta a ricapitalizzare. Sempre le stesse fonti della Reuters, il Fmi sarebbe favorevole al nuovo taglio del debito greco che hanno le banche centrali europee – che ammonta tra i 220-230 miliardi. 
La situazione in Spagna e in Italia non sembra di allarmare più di tanto i greci, che credono che la cosa più importante sia fermare la macelleria sociale in atto in Europa e non cadere nella trappola dei mercati per accettare i tagli che propongono i governi. 
Perfino il moderato presidente dell’unico sindacato confederale del settore privato Gsee, Panagopoulos ha usato un linguaggio molto duro dopo il suo incontro di ieri con i rappresentanti della Troika. «Siamo d’accordo che siamo in disaccordo su tutto», ha detto Panagopoulos, denunciando che i rappresentanti della Troika «si sono presentati come dottori per offrirci la medicina… ma si è dimostrato che erano ciarlatani e apprendisti stregoni che medicavano con false tisane».
Girando le minacce della Troika per la valutazione degli impiegati pubblici, Panagopoulos ha detto che «se i rappresentanti della troika erano impiegati pubblici dovevano essere licenziati». Per Panagopoulos il sindacato greco potrà  aprire trattative solo se si ripristina il salario minimo precedente ai tagli e si legalizza di nuovo la contrattazione nazionale collettiva, messa al bando dalla Troika e dai governi di Papadimos e Samaras. Per il leader di Gsee la recessione in Grecia dovrà  superare il 5,80% e la disoccupazione, qualora venissero applicate le misure dei creditori, arriverà  al 28% nel 2012. 
Il leader di Syriza, Tsipras attacca duramente la politica della Troika, utilizzando gli stessi toniche aveva usato contro Barroso, tornato in Grecia giovedì scorso dopo tre anni di assenza. Per Tsipras Troika e Barroso «continuano a ricattare il paese per applicare politiche che portano solo alla distruzione totale dell’economia e della società ». Tsipras ha denunciato il populismo di Samaras per «nuovi tagli dallo stipendio del primo ministro e dei ministri fino all’ultimo impiegato statale». Il leader di Syriza, mentre veniva annunciata la divisione degli asset tossici della Banca dell’Agricoltura per procedere ad una sua rapida privatizzazione, promette battaglia proprio contro il piano delle privatizzazioni del governo. Le operazioni redditizie della Banca dell’Agricoltura, con le bolle del Fondo europeo e della Banca Centrale Greca, passeranno alla Banca Pireos del famigerato banchiere Salas, uno che sa utilizzare le offshore per prestiti e aumenti di capitale alla sua banca sull’orlo del fallimento. 
Il riassetto del sistema bancario greco ha cominciato ieri con il peggiore dei modi. Salas però non ha avuto scrupoli nel farsi avanti in prima persona per attaccare le sinistre e specialmente Syriza durante gli ultimi mesi della crisi politica e la vicinanza delle urne. Ieri sera sembra che per Salas i conti siano tornati nel «paese più corrotto del mondo», come giudicava la Grecia il suo ex primo ministro Papandreou.
Ma che ne pensano i greci della politica del governo? Ad appena due settimane dalla formazione del nuovo governo Saramas, gli ellenici avrebbero già  voltato le spalle all’esecutivo di Saramas. Un sondaggio della Vprc rivela infatti che il 61% dei greci crede che il governo non ha mantenuto le promesse e solo il 23% crede che sia stato coerente con quanto annunciato in campagna elettorale. Ancora meno, il 16,50%, ha una opinione positiva per il governo tripartito. Quattro greci su dieci vedono il paese già  fuori dall’eurozona. 
Il Syriza, stando sempre allo stesso sondaggio, sarebbe l’unico partito che avanza, con poco meno del 30%, superando di poco la Nuova Democrazia, mentre Koubelis della moderata e governativa Sinistra Democratica sembra il leader più gettonato, con il 52% delle preferenze, seguito da Samaras con il 42%, mentre per Venizelos il 62% ha una valutazione negativa e solo il 31% positiva.


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