“Anche noi rischiamo il contagio ora la cancelliera agisca in fretta”

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BERLINO â€” «Richieste eccessive dei paesi dell’Europa meridionale non aiutano, ma la cancelliera Merkel deve sbrigarsi a prendere la situazione sotto controllo, a rassicurare i mercati. E soprattutto occorre chiarire ai tedeschi e agli europei che un default greco aprirebbe rischi di contagio troppo pericolosi per l’eurozona e per il futuro di noi tutti, non solo per Atene». Così parla il professor Wolfgang Franz, presidente del Consiglio dei Cinque Saggi (il massimo organo di consulenza economica per il governo) e quindi massimo economista tedesco. Professor Franz, lei è soddisfatto o no della politica di Berlino per l’euro?
«Differenziamo tra due livelli. A medio termine le idee di nuove strutture per difendere l’unione monetaria mi vedono soddisfatto: un patto di stabilità  più duro, gli ombrelli di salvataggio dei fondi salvaeuro, il fiscal compact, tutto va nella giusta direzione. Ma a corto termine sul tema come uscire dalla crisi attuale e andare a un’unione monetaria funzionante, non sono soddisfatto».
Perché?
«Per esempio sono contrario ad acquisti di titoli sovrani sudeuropei da parte della Bce, perché perderebbe la sua indipendenza. E mi spiace, ma dissento da Monti: sono contro gli eurobond perché temo che con essi gli sforzi di risanamento dei paesi deboli o indebitati verranno meno. E allora si pone la domanda, che fare dopo? Noi del Consiglio dei Cinque Saggi abbiamo appena presentato una proposta per l’estinzione dei debiti dei paesi dell’eurozona».
E cioè?
«I paesi che non sono sotto un programma speciale di risanamento come Grecia o Portogallo mettano la parte del loro debito sovra-
sopra il tetto di Maastricht del 60 per cento del Pil in un fondo comune, scrivano nella loro Costituzione il tetto al debito sovrano e poi il servizio sul debito pesi sulla tassazione nazionale e infine questi paesi impegnino le loro riserve auree o valutarie. Così si può andare a una solida politica finanziaria».
Molti accusano il governo tedesco di troppa lentezza a fronte delle veloci reazioni dei mercati, che ne dice?
«Non sono d’accordo. La cancelliera e il governo ponderano bene ogni passo, la cancelliera non ha una situazione facile in ogni consiglio europeo, molti provano a metterla con le spalle al muro col loro pressing pro-eurobond pensando che la Germania possa sempre pagare debiti altrui. Ma va oltre le nostre possibilità , lo dice anche Moody’s: la Germania con i costi che si carica per il salvataggio dell’euro è arrivata al limite massimo».
È una “no win situation”, una situazione in cui nessuna scelta porta fuori dalla crisi?
«Abbiamo solo la scelta tra la peste e il colera. Al colera puoi sopravvivere. In questo caso il colera è dire ok, alcuni paesi devono continuare a risanare, il Portogallo vede la luce alla fine del tunnel, la Spagna ha un problema bancario ma non strutturale. E l’Italia soprattutto, guardi al debito sovrano depurato da spread e interessi, è in disavanzo positivo».
E la Grecia?
«Aspettiamo cosa dirà  la trojka. Si può pensare alla nostra proposta di sistema di rimborso dei debiti. Soprattutto: un default greco sarebbe gravissimo per tutta l’eurozona a causa del contagio. Se Atene esce, i mercati si chiederanno chi è il prossimo. Comincerebbe la reazione a catena dello spread, degli interessi, di corse alle banche in molti paesi per ritirare i risparmi. I politici non dovrebbero parlare così spregiudicatamente in pubblico di una possibile uscita della Grecia dall’eurozona. Diamo tempo ai greci: con due elezioni non hanno avuto governo per due mesi. Adesso negoziano con la trojka».
Cosa deve fare allora Angela Merkel?
«Assoluta priorità : prendere sotto il suo controllo il dibattito scatenatosi in Germania. E poi aspettare con calma da statista e consultarsi e accordarsi con gli altri capi di governo europei».


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