Spread a 537 punti, Borsa ai minimi storici

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ROMA — Le tensioni aumentano, la speculazione prospera e i mercati ripiombano nell’incertezza dei giorni bui di fine 2011, anche se allora era l’Italia nel mirino degli attacchi e ora è la Spagna. La paura per la tenuta dei conti di Madrid si affianca ai timori della crisi della Grecia, tornata sotto esame di Fmi, Bce e Commissione europea, per ottenere la prosecuzione degli aiuti programmati ma che, secondo voci circolate ieri a Bruxelles, avrebbe intenzione di chiedere una nuova ristrutturazione del suo debito. 
Sull’Italia pesa il rischio contagio che mette comunque sotto pressione l’intera costruzione dell’euro, tanto che la moneta unica continua a mostrarsi sempre più debole nei confronti di tutte le valute mentre sono le Borse di tutto il Vecchio continente a scivolare in negativo. A fare il tonfo sono però Madrid e Milano, in caduta del 2,71%, scesa ai minimi storici, e ad accelerare la corsa al rialzo sono i rendimenti e gli spread dei titoli spagnoli e italiani. Il Btp decennale segna un rendimento del 6,59% e un differenziale con i Bund tedeschi di uguale durata, pari a 537 punti, il massimo dai 531 punti raggiunti lo scorso 15 novembre, ovvero il giorno precedente l’insediamento del governo Monti. E ciò tenendo pure conto del lieve aumento dei tassi dei titoli di Berlino, determinato dalla decisione di Moody’s di modificare a negativo l’outlook di Germania, Olanda e Lussemburgo. Giudizio che ha fatto sentire il proprio effetto ieri anche sulle prospettive dell’Efsf, il fondo salva Stati europeo: l’agenzia di rating ha rivisto al ribasso l’outlook da «stabile» a «negativo», sottolineando come «sia sensibile ai cambi di rating dei Paesi con tripla AAA» con i contributi maggiori al fondo. 
Lo spread italiano è tornato ai livelli di metà  novembre, alla vigilia dell’insediamento del nuovo governo, anche se i rendimenti allora erano più alti, al 7% considerata la soglia di allarme rosso. E soprattutto ieri sono continuati a salire anche i tassi dei titoli a breve termine anche se la curva resta distesa, a differenza di quanto è successo sui Bonos spagnoli dove il rendimento dei quinquennali (7,66%) ha superato quello dei decennali (7,64%), il cui spread è salito a 641 punti. Sui titoli di Madrid ha pesato la notizia secondo cui anche la regione autonoma della Catalogna, dopo Valencia e Murcia, starebbe valutando se richiedere il supporto finanziario dello Stato. Nonché l’esito dell’asta di 3 miliardi di titoli a 3 e 6 mesi collocati a tassi in rialzo rispetto alla precedente emissione. Ma a creare confusione nei mercati è stato anche il passo falso di un comunicato congiunto di Spagna, Francia e Italia, diffuso (e poi ritirato) da Madrid, per sollecitare la Commissione europea a realizzare prontamente gli impegni presi al vertice di fine giugno. Un’esigenza questa che comunque il ministro delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos, che oggi incontrerà  il collega francese Pierre Moscovici, ha rappresentato al ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ottenendo, con un comunicato congiunto, il riconoscimento che «l’attuale livello dei tassi di interesse praticato sul mercato del debito sovrano non corrisponde ai fondamentali dell’economia spagnola, al suo potenziale di crescita e alla sostenibilità  del suo debito pubblico». 
La tempesta ieri ha però colpito anche le Borse. Il risultato peggiore, nonostante gli sforzi del ministro de Guindos per rassicurare gli investitori, è del listino di Madrid con l’Ibex in caduta del 3,58%. Pesante anche Piazza Affari che ha perso appunto il 2,71%, dopo aver toccato i minimi dal lancio dell’euro. A soffrire di più sono state ancora le banche con Mediobanca (-6,75%), Intesa Saanpaolo (-4,56%), Unicredit (-4,03%) Bper (-7%). Cali più moderati per Francoforte, in discesa dello 0,45%, per Parigi dello 0,87% e per Londra dello 0,63%.
Per l’Italia intanto i mercati aspettano il test delle aste di fine luglio: domani saranno collocati Ctz della quinta tranche in scadenza il 30 maggio 2014 mentre venerdì saranno offerti Bot semestrali per 8,5 miliardi.


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