Fonsai, indagini sulla buonuscita ai Ligresti
MILANO — Poco meno di 45 milioni; un ufficio per Salvatore, con segretaria e autista; una delle cascine del gruppo; una buonuscita per Jonella e il mantenimento delle attività lavorative che Giulia e Paolo hanno in Francia e in Svizzera. Sembrerebbe questo, secondo le ricostruzioni, il testo del presunto accordo tra Ligresti e Mediobanca per l’uscita di scena della famiglia. Il presunto patto, immediatamente smentito da Piazzetta Cuccia («Nessun accordo con i Ligresti, né mai firmati documenti») e di cui anche Unicredit fa sapere di non essere a conoscenza, risale al 17 maggio scorso e ha la forma di una lettera – piuttosto semplice nella struttura, parrebbe – sequestrata dalla magistratura nello studio del legale Cristina Rossello.
Nei giorni scorsi, durante un interrogatorio di Paolo Ligresti come persona informata dei fatti – pare sia uscita per la prima volta la storia dell’accordo con Mediobanca. Una circostanza, sempre secondo le ricostruzioni filtrate, che sarebbe stata poi confermata
da don Salvatore, indagato per le ipotesi di aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza, durante l’interrogatorio dello scorso giovedì. A quanto pare l’ingegnere, nel dar conto dell’accordo raggiunto il 17 maggio presso gli uffici Compass in Foro Buonaparte, avrebbe parlato di un incontro di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, con Salvatore e Jonella Ligresti. L’ormai ex patron del gruppo Premafin ha aggiunto di aver firmato l’intesa, intestata “Accordo tra Salvatore Ligresti, Alberto Nagel, Renato Pagliaro, Federico Ghizzoni e Carlo Cimbri”, aggiungendo tuttavia di non sapere se poi in realtà i numeri uno di Unicredit e di Unipol fossero stati realmente messi al corrente del testo. Alcune intercettazioni (citate dalle agenzie) sembrerebbero confermare che il testo è stato firmato ma – giallo nel giallo – la lettera sequestrata nello studio del legale, a sua volta interrogata come teste nei giorni scorsi e per quattro ore ieri, non pare recare traccia di firme.
Il legale potrebbe aver ricoperto il ruolo di garante del presunto accordo: da Mediobanca hanno precisato che non è l’avvocato che ha seguito il dossier, tuttavia Rossello è il segretario del patto
di sindacato della banca d’affari ed è stata allieva di Ariberto Mignoli, storico presidente del patto di Piazzetta Cuccia, di cui ha ereditato lo studio. Nello stesso tempo, è la professionista che difende Giulia e di Jonella in due cause per diffamazione. Proprio il giorno prima del presunto accordo, il 16 maggio, Jonella si era recata in Mediobanca e all’uscita si era intrattenuta in un caffè con l’avvocato. Resta da vedere cosa deciderà a sua volta la Consob, che sta valutando l’accaduto: nell’esenzione all’Opa, infatti,
aveva esplicitamente escluso che la famiglia avesse benefici dal salvataggio targato Unipol.
Intanto procede il travagliato doppio aumento di capitale, che ha visto praticamente il diritto Unipol, a 0,035 centesimi, mentre quello Fonsai ieri ha perso l’89,87%, a 0,30 centesimi. Ieri si è appreso che Palladio ha venduto il suo 5% di azioni (ma non i relativi diritti, che molto probabilmente eserciterà ) mentre Sator non ha ceduto né azioni né diritti per la sua quota del 3%.
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