L’iPhone 5 è pronto ma è già  polemica

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NEW YORK â€” Il nuovo iPhone è così vicino che Apple può sperare che i numeri della trimestrale al ribasso siano solo un incidente di percorso. Proprio le voci sullo sbarco dell’ultimissimo modello, che potrebbe essere presentato già  a settembre, avrebbero frenato le vendite di quello attuale: 26 milioni di iPhone venduti contro i 29 milioni previsti alla vigilia. Ok,
parliamo sempre di 8.8 miliardi di dollari di profitti: però per la prima volta sotto le aspettative. Quanto basta a far scendere oltre il 5 per cento. Capita solo ai primi della classe. L’anno scorso i ricavi erano stati di 7.31 miliardi di dollari per un guadagno di 7.79 dollari ad azione: ma le cifre superstar dell’ultima trimestrale avevano fatto sperare in un boom da 10.37 dollari — e invece, anche qui, solo 9.32 dollari ad azioni. E adesso? Tutti gli occhi sono ovviamente puntati sull’autunno. Con l’arrivo del mini-iPad e soprattutto del nuovissimo iPhone.
Peccato però anche qui che tra le tante meraviglie annunciate ce n’è una che rischia di fare storcere il naso anche agli iPhonefan più scatenati: Apple ha deciso di cambiare il connettore. Non è uno scherzo da poco per gli oltre 230 milioni di proprietari del melafonino. ll dock non è soltanto la porta per l’alimentazione dell’iPhone: permette anche di collegarlo all’impianto stereo, alla tv o all’alimentatore dell’automobile.
Intorno a quello spinotto s’è sviluppato insomma un mercato di accessori dal valore di 3 miliardi di
dollari: naturalmente tutti spesi da noi. Perché allora cambiarlo? Semplice: quello attuale è troppo largo e gli ingegneri di Cupertino avevano bisogno di fare spazio sulla macchinetta. Il connettore più piccolo (a 19 pin) permetterà  di trovare spazio li accanto per il jack delle cuffie. L’iPhone sarà  poi leggermente più sottile e leggermente più grande: anche per rispondere all’attacco di Samsung, la rivale che ha lanciato Galaxy Note, cellulare a metà  strada tra telefonino e tablet. Proprio la Samsug è il nemico giurato di Apple. Che infatti ha già 
chiesto la stratosferica cifra di 2 miliardi e mezzo di danni nel processo che si apre lunedì con l’accusa di aver copiato l’iPhone e gli iPad. Una battaglia titanica come quella che dall’altra parte del mondo oppone l’altro gigante dell’hitech, Google, alla Ue. Sono anni che il colosso di Mountain View combatte le accuse di violazioni della concorrenza nel Vecchio Continente, accusato di favorire i propri prodotti nelle ricerche e di «copiare» contenuti senza permesso. Dice
ora il Financial Times che una tregua sarebbe stata finalmente trovata. Google, per la prima volta, verrebbe incontro alle richieste Ue, per evitare di avvitarsi in un procedimento antitrust che rischia di far impallidire la guerra che Microsoft dovette combattere sempre e proprio in Europa. Una lunga battaglia legale che Big G non potrebbe permettersi proprio ora. Con il lancio del tablet Nexus e — presto — dei nuovi telefonini è troppo impegnata ad affrontare l’attacco indovinate a chi: proprio agli iPad e agli iPhone.


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