Quel Sì sofferto la Spd Stampella della Merkel

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Il Bundestag ha approvato largamente il via libera al piano deciso alla fine di giugno a Bruxelles, grazie anche ai socialdemocratici e ai Verdi. Ventidue dissidenti nelle file dello schieramento governativo hanno impedito ad Angela Merkel di ottenere la «maggioranza della Cancelliera», cioè indipendente dall’appoggio dell’opposizione. Ma, al di là  del dibattito sulla «simbolicità » o meno di questa soglia di sicurezza (che continua a non essere raggiunta quando si vota sulla politica europea), nella cabina di regia tedesca ci si può almeno rallegrare del fatto che il numero dei parlamentari ribelli è diminuito rispetto ai ventisei che dissero no all’Esm. Il merito di tutto questo (a parte, forse, qualche assenza) può essere attribuito anche al forte discorso con cui il ministro delle Finanze Wolfgang Schà¤uble ha chiarito che la ricapitalizzazione delle banche spagnole «è nell’interesse della Germania» e ha ricordato che la situazione degli istituti di credito iberici «costituisce un rischio per gli altri Paesi». Schà¤uble ha in parte drammatizzato, in parte rassicurato, mettendo bene in chiaro che gli aiuti non sono a fondo perduto: «È la Spagna che chiede il denaro, è la Spagna che lo ottiene, è la Spagna che ne è garante». Precisazioni importanti, visto che su questo dossier anche la Spd ha dei dubbi. Il capogruppo Frank-Walter Steinmeier, ex ministro degli Esteri nella grande coalizione, si è espresso contro una eventuale ricapitalizzazione «diretta» delle banche spagnole da parte del Fondo salva Stati. «Non posso nascondere — ha detto — che nel mio partito non tutti sono convinti che stiamo facendo la cosa giusta. Ma abbiamo votato a favore perché sarebbe una catastrofe se la Germania negasse gli aiuti alla Spagna». Un gesto indiscutibile di responsabilità . Anche tra i Verdi si è registrato qualche dubbio, di cui una decina di astensioni sono state il segnale. E i «dissidenti»? La minestra è un po’ sempre la stessa. Il liberale Frank Schà¤ffler, da sempre oppositore dei salvataggi europei, ha parlato di «un buco nero che inghiottirà  senza limiti i soldi dei contribuenti». A questo proposito, i giornali tedeschi hanno cercato di calcolare quanto costerà  questa seduta straordinaria che ha interrotto la pausa estiva e costretto i deputati a ritornare, rimborsati, a Berlino. Si parla di 500 mila euro. Ma forse ne valeva la pena.


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