Rossella Urru è stata liberata

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Rossella Urru, l’italiana sequestrata in Algeria a ottobre dello scorso anno, è stata liberata oggi in una non ancora precisata località  del Mali. La notizia è stata confermata dal Ministero degli Esteri dopo le 19, dopo che voci non sicure si erano accavallate durante tutto il pomeriggio, a partire da un primo annuncio pubblicato dal sito del Foglio che ne aveva saputo da proprie fonti non indicate. Ha detto il ministro Terzi:

«È una bellissima notizia. Rossella Urru è stata liberata e sta per entrare in contatto con il capo dell’unità  di crisi. Forse occorrerà  qualche mezz’ora prima di poterla avere veramente con i funzionari e le altre persone. Ho portato alla famiglia di Rossella i saluti del Capo dello Stato che ha seguito personalmente la vicenda. Rossella Urru rappresenta il simbolo dei valori del coraggio e dell’eroismo delle nostre donne»

Rossella Urru ha 29 anni ed è una cooperante italiana. È stata rapita in Algeria lo scorso 22 ottobre da un gruppo di estremisti islamici, insieme ad altri due volontari spagnoli, Ainhoa Fernà¡ndez de Rincà³n e Enric Gonyalons.
Urru lavora per una ONG che si chiama CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli) e al momento del rapimento era coordinatrice del campo profughi per rifugiati saharawi di Hassi Rabuni, nei pressi di Tindouf, in Algeria. Negli scorsi anni aveva portato a termine quattro missioni presso i campi saharawi e altre tre missioni in diversi contesti internazionali.

Il gruppo terroristico che ha rivendicato il rapimento si chiama Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Monoteista per il Jihad in Africa occidentale), ed è una costola dissidente dell’AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico).

Il 3 marzo Al Jazeera ha annunciato la liberazione di Urru citando la testata Sahara Media, ed è stata ripresa rapidamente e con poche cautele dai media italiani e internazionali. Nelle ore successive sia Sahara Media sia Al Jazeera hanno dato ufficiale smentita.

Il 2 maggio l’agenzia di stampa francese AFP (Agence France Presse) ha diffuso la notizia secondo cui i rapitori avrebbero chiesto un riscatto di 30 milioni di euro, notizia che era già  circolata circa due mesi prima, ma è stata confermata solo in quella circostanza. L’AFP ha dichiarato di aver contattato direttamente Adnan Abu Walid Sahraoui, un portavoce del Movimento Monoteista per il Jihad in Africa occidentale.


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