Via libera alla manovra lacrime e sangue

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MADRID â€” Il Consiglio dei ministri del governo dei Popolari spagnoli ha approvato ieri pomeriggio la manovra economica più dura degli ultimi 35 anni con una sola modifica rispetto alle misure annunciate dal premier Mariano Rajoy mercoledì scorso: l’aumento dell’Iva dal 18 al 21% scivola di un mese e mezzo ed entrerà  in vigore dal primo settembre. La proroga è una conseguenza delle forti pressioni sull’esecutivo delle società  del settore turistico preoccupate per l’impatto dell’aumento dell’Iva sulle presenze nei centri di villeggiatura. La riunione del governo è stata aperta dal re Juan Carlos che con la sua presenza ha voluto fare un gesto forte di sostegno alla manovra «in un momento molto drammatico per il paese», e che ha esortato Rajoy ad impegnarsi «affinché nessun cittadino spagnolo venga escluso dalla ripresa».
Confermate tutte le altre misure dall’abolizione della tredicesima per gli statali alla riduzione degli stipendi (il 7%) per i ministri e le
pensioni degli ex ministri fino al nuovo taglio delle spese (600milioni di euro) per i ministeri e alla contrazione del numero dei consiglieri comunali e regionali e degli stipendi di sindaci e governatori. Inoltre il governo ha anche liberalizzato gli orari d’apertura di tutti i locali commerciali ed eliminato le restrizioni agli sconti sui prodotti. Scompare anche qualsiasi incentivo all’acquisto della prima casa e il sussidio di disoccupazione diminuisce dopo il settimo mese. L’approvazione
della manovra è stata accolta con applausi dai deputati del Partido Popular nell’aula del Parlamento e un
bailamme
sui social network s’è scatenato contro
una deputata del centrodestra, Andrea Fabra, che avrebbe anche urlato «Che si fottano!». Il gruppo socialista ha chiesto le sue immediate dimissioni da parlamentare.
Mentre l’esecutivo approvava centinaia di funzionari statali protestavano a Puerta del Sol ed altri organizzavano blocchi stradali improvvisi in molte parti della capitale. In serata circa 5mila persone hanno manifestato nelle strade del centro. La polizia ha caricato per disperdere la folla, ci sono stati feriti
e una decina di arresti.
Il capo del governo Rajoy ha ripetuto che non ha scelta, che ha dovuto prendere decisioni contrarie alle sue promesse elettorali per liberare la prima tranche di aiuti dell’Europa al sistema bancario spagnolo (25 miliardi di euro). Ma in verità  tutti si domandano se questa manovra sarà  anche l’ultima e quali saranno i suoi effetti reali sui mercati. Lo spread spagnolo non scende, è rimasto intorno ai 540 punti e la Borsa ha reagito con una caduta
del 2,5% all’annuncio delle misure. Altro problema sono gli obiettivi di riduzione del deficit di bilancio dello Stato che passano anche per un dimagrimento delle Comunità  autonome (le regioni). Molte, anche quelle come la Catalogna che non riescono a finanziarsi, si rifiutano di raggiungere gli obiettivi imposti da Madrid. Ultimo problema, il più serio, la fuga dei capitali dalle banche spagnole non si ferma.


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