Gli statali Ferie, buoni pasto, stipendi e forti tagli agli organici ecco l’austerity del travet

Loading

Assunzioni ridotte fino al 2016. Blocco ai concorsi per i dirigenti di prima fascia, sempre fino al 2016. Ferie non più monetizzabili e obbligate nella settimana di Ferragosto e tra Natale e Capodanno. Buoni pasto a 7 euro. Stipendi dei dipendenti delle società  pubbliche fermi per due anni. Taglio del 10% a permessi e distacchi sindacali. Consulenze compresse dell’80%. E superficie standard per i travet, con un rapporto tra metro quadro e dipendente ancora più basso. La spending review per gli statali lievita ancora e si somma alla regola “venti-dieci” che sfoltirà  non solo i ministeri, ma l’intera Pubblica amministrazione, compresi enti locali e di ricerca, agenzie, enti pubblici. Prepensionando o ponendo in mobilità  fino a 4 anni migliaia di lavoratori. Ma salverà  scuola, comparto sicurezza, vigili del fuoco, uffici giudiziari, avvocati e procuratori dello Stato, diplomatici, magi-strati, prefetti. Una prima bozza di decreto, circolata ieri, limita poi la rasoiata per le Forze armate: qui lo sfoltimento è «non inferiore al 10%».
“VENTI-DIECI”
Il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, l’ha confermato ieri a Regioni, Province, Comuni. E poi alle parti sociali. La tanto attesa
spending review degli statali si traduce in un taglio alle piante organiche: 20% in meno di dirigenti, 10% in meno di dipendenti. Da realizzare con decreti del Presidente del Consiglio da emanare entro il 31 ottobre e successivi «regolamenti di organizzazione » entro sei mesi dei relativi dicasteri. Taglio considerato lineare, brutale e contabile dai sindacati. Flessibile e mirato, garantisce il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi.
TRE FASI
Archiviata la “fase uno”, con la scure già  calata su Presidenza del Consiglio e ministero del Tesoro, avanza la “fase due” che toccherà  le amministrazioni centrali e sarà  contenuta nel decreto in arrivo, forse già  venerdì. Quelle locali dovranno invece attendere ancora un po’, la “fase tre”. Risultato: esuberi di personale. Non in tutti i comparti, visto che in alcuni le piante organiche “teoriche” sono già  di fatto superate dal blocco del turnover di questi anni. Sono cioè sovrabbondanti rispetto al personale in servizio, non reintegrato da concorsi bloccati via via che si pensionava. Con risparmi attesi nulli. Non a caso Patroni Griffi ha ricordato che prima di sfoltire, occorre «verificare le piante organiche e solo dopo sarà  possibile selezionare e modulare l’intervento di riduzione». I tagli saranno poi “selettivi”: se si scende sotto la regola “venti-dieci” in alcuni comparti (si taglia meno), si salirà  in altri, per bilanciare.
PREPENSIONAMENTO O MOBILITà€
Non ci sono numeri ufficiali, né si conosce l’obiettivo di risparmio. Sul punto, il governo tace con i sindacati e i rappresentanti di Anci e Regioni. Le indiscrezioni si rincorrono: si va da una forchetta di 10-30 mila uscite alla cifra
monstre di 100 mila in tre anni. Le “eccedenze” saranno messe in disponibilità .
In pratica, scatta la legge Brunetta. Dopo un tentativo di ricollocamento presso altra amministrazione (la Funzione pubblica avvierà  un monitoraggio dei posti vacanti, con elenco da mettere online), parte la mobilità  biennale all’80% dello stipendio (base e dunque busta paga di fatto dimezzata). E poi il licenziamento. A meno che i “soprannumeri” non siano a due anni dalla pensione (secondo i nuovi criteri), periodo che il decreto allunga fino a 4 anni. Nel bacino dei fuoriusciti cadranno poi anche tutti coloro che maturano i requisiti per la pensione in base ai vecchi criteri (le “quote”) «entro il 31 dicembre 2014». Un prepensionamento di fatto, in deroga alla riforma Fornero, con la liquidazione erogata subito per chi ha maturato entro il 31 dicembre scorso, successiva se li ha raggiunti dopo (scatterà  con i nuovi termini della Fornero). Il testo, infine, trasforma la «previa consultazione » con i sindacati in «informazione, preventiva o successiva».


Related Articles

Oxfam: il cambiamento climatico è un “disastro” da 500 miliardi di dollari

Loading

Negli ultimi 5 anni i disastri climatici sono costati al mondo quasi 500 miliardi di dollari e l’aumento della fame nel mondo, 112 mila persone hanno perso la vita a causa dei disastri legati al clima. Oxfam lancia un appello ai governi per invertire la tendenza sul clima.

Slitta l’aumento Iva, ma acconti al 110%

Loading

Il governo blocca il rincaro al 22%. Crescono i versamenti di novembre per Irpef, Ires e Irap

Ma Merkel è in rotta con il suo ministro e cerca l’accordo

Loading

Col Bundestag chiamato a votare su ogni nuovo pacchetto d’aiuti al paese ellenico, Merkel rischia la sua prima grave sconfitta interna ed europea in dieci anni di potere incontrastato

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment