La Finlandia frena lo scudo anti-spread per le Borse un altro giorno di rialzi

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MILANO â€” I dubbi di Olanda e Finlandia sullo scudo antispread non riescono a frenare la “ripresina” delle Borse europee. Dopo i fuochi d’artificio di venerdì scorso, anche ieri i listini del Vecchio continente hanno festeggiato con discreti rialzi il risultato del summit Ue. L’indice Eurostoxx ha guadagnato l’1,3% trascinato da rimbalzi oltre il punto percentuale di Parigi, Londra e Francoforte, mentre qualche realizzo dopo il rally di venerdì ha zavorrato Piazza Affari (+0,28%) e Madrid (+0,3%). Stabile attorno ai 420 punti anche il differenziale fra i Btp e i bund decennali al termine di una giornata sull’ottovolante
che ha spedito lo spread sui Bonos a quota 486.
A raffreddare gli entusiasmi degli euro-ottimisti hanno pensato ieri Helsinki e Amsterdam contestando l’uso dell’Esm (il nuovo fondo salva-Stati) per comprare titoli di stato di paesi in difficoltà  sul mercato secondario. Il meccanismo approvato in linea di massima dai 17 paesi dell’area euro per “calmierare” lo spread ed evitare che Roma e Madrid siano costrette a pagare tassi altissimi per finanziare il proprio debito: «Per una decisione di questo genere serve l’unanimità . E l’unanimità  non c’è perché noi e il governo olandese siamo contrari», è scritto nel rapporto inviato ieri dal premier finlandese al Parlamento.
L’arma, a dire il vero, è un po’ spuntata, visto che in realtà  â€” in casi valutati d’emergenza da Bce e Ue — basta l’ok dell’85% dei soci dell’Esm (Helsinki e Amsterdam hanno il 7,5%) per far scattare gli acquisti. Ma l’uscita dei due “falchi” del nord è un chiaro segnale di quanto sia ancora lunga la strada per far aprire davvero il “paracadute” per l’euro prefigurato dal vertice di giovedì e venerdì scorso. E per riuscire a far parlare con un’unica voce tutto il vecchio continente.
Il prossimo appuntamento a rischio per gli accordi presi a Bruxelles è il 10 luglio, quando la occhiutissima Corte costituzionale tedesca dovrà  dare l’ok a fiscal compact e all’utilizzo in chiave anti-spread dell’arsenale da 500 miliardi in portafoglio all’Esm. Due provvedimenti approvati senza problemi dal Parlamento di Berlino ma “congelati” in attesa del via libera dei giudici.
I mercati, comunque, sembrano aver deciso per ora di mettersi le lenti rosa. Ok, restano tanti dettagli da definire e i paesi dell’eurozona tendono come sempre a farsi del male da soli dando l’impressione di muoversi in ordine sparso. Ma dopo 25 summit inconcludenti, questa volta qualche passo avanti — dicono gli indici — è stato fatto. La speranza è che tutti ora facciano
la loro parte. Le Borse, ad esempio, attendono segnali concreti pure dalla Bce.
Dopodomani Mario Draghi riunirà  il board della banca centrale. E molti sperano che Eurotower dia una mano a un’economia europea in chiaro affanno tagliando i tassi d’interesse e approvando, magari, un altro piano per dare liquidità  a
banche e mercati.


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