Betlemme, vittoria palestinese la Chiesa della natività  diventa patrimonio dell’Unesco

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BETLEMME â€” La notizia sulla Piazza della Mangiatoia invasa dal sole la porta il cronista che chiede ai negozianti di souvenir cosa cambierà  adesso che la Basilica della Natività  è stata dichiarata Patrimonio universale dell’Umanità . Stupore, sorpresa, un pizzico di orgoglio. C’è chi telefona subito ai parenti per raccontare la novità . Le reazioni sono improntate alla chiara speranza che qualunque cosa significhi la decisione dell’Unesco, l’importante è che porti più turisti. Nessuno degli abitanti di Betlemme poteva immaginare che il 29 giugno sarebbe diventata una data storica. Ancora fuori dall’Onu come Stato — per il veto degli Usa al Consiglio di sicurezza — la Palestina ha da ieri il suo primo sito protetto come Patrimonio mondiale dell’umanità . La richiesta
di includere la Chiesa della Natività  e la Via dei Pellegrini nella città  di Betlemme nei lista dei siti protetti è stata votata ieri a San Pietroburgo dal Comitato di cui fanno parte 21 Paesi, ed passata con una maggioranza di 13 voti contro 6 e due astenuti. Si felicita per la grande vittoria il presidente dell’Anp Abu Mazen. «E’ un momento di gioia per i palestinesi, un momento di orgoglio nazionale e una conferma dell’unicità  e della ricchezza della propria identità », spiega Hanan Ashrawi, dirigente cristiana dell’Olp, che rafforza la determinazione ad agire per la nascita di uno Stato indipendente entro i confini del 1967. Secca la reazione israeliana che con Netanyahu critica una
decisione «totalmente politica » che «danneggia gravemente la convenzione Onu e la sua immagine». Negative anche le reazioni degli Stati Uniti. Dice l’ambasciatore americano presso l’Unesco David Killion: «Si tratta di un sito sacro per tutti i cristiani» e l’Unesco «non dovrebbe essere politicizzato
»; e critica anche la “procedura d’urgenza” che negli ultimi 40 anni è stata adottata solo quattro volte in casi estremi. La richiesta di inserire il «Luogo di nascita di Gesù» nella lista Unesco è stata presentata dall’Anp, dopo che l’organizzazione con sede a Parigi ha riconosciuto la Palestina
come suo membro a tutti gli effetti nell’ottobre 2011. All’epoca come misura di ritorsione Stati Uniti e Israele sospesero i loro finanziamenti all’Unesco, privandola del 22% delle sue entrate. Tiepide per ora le reazioni dei religiosi Cristiani, Ortodossi e Armeni che gestiscono la Basilica.
Costruita dall’imperatore Costantino nel IV° secolo, la Natività  necessita certamente di serie opere di restauro, inclusa la riparazione di parte del tetto attualmente mancante.
«È stata fatta giustizia e ne siamo molto contenti» — spiega il vice sindaco George
Saade», perché tutti a Betlemme sperano che la decisione dell’Unesco riscatti la città  da un lento declino. Con quasi due milioni di presenze l’anno, è il luogo più visitato da turisti e pellegrini tra quelli nei Territori palestinesi, ma la città  soffre perché nessuno si ferma. I turisti arrivano in pullman e due ore dopo se ne vanno, alberghi, e ristoranti restano vuoti. Il senso di isolamento poi è certamente aumentato da quando si è trovata circondata dal Muro di sicurezza costruito da Israele. I turisti sono costretti a lunghe code di ore ai check-point israeliani per il controllo dei documenti, mentre gli abitanti di Betlemme che vanno in senso opposto devono ora richiedere un permesso speciale, raramente concesso, per andare a Gerusalemme, che dista appena sei chilometri. Tagliata fuori dalle terre coltivate a nord e a ovest dal Muro, a sud e ad est dalle strade che soltanto i coloni israeliani possono percorrere, la città  è diventata un ghetto. Pieno di torri di guardia, il Muro è dentro il perimetro urbano, aumentando il senso di una prigione a cielo aperto. «Il simbolo di tutto ciò che è sbagliato nel cuore dell’uomo», lo definì l’Arcivescovo di Canterbury quando lo vide durante la sua visita alla Basilica


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