Il blogger anti-Putin in Aeroflot “Ma non mi sono venduto”

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MOSCA â€” Qualcuno l’ha presa male, pensando alla classica polpetta avvelenata preparata da Vladimir Putin contro il suo più odiato nemico. Altri la prendono con ottimismo intravedendo spiragli di speranza di un cambiamento atteso da troppo tempo. In ogni caso la notizia è di quelle che lasciano spiazzati: Aleksej Navalnyj, il blogger anticorruzione, vero leader della protesta di piazza contro il “partito dei ladri e dei truffatori”, è stato eletto nel consiglio dei direttori dell’Aeroflot, l’ex compagnia di bandiera dell’Unione Sovietica, colosso dell’aviazione civile appartenente per il 51 percento allo Stato. Un simbolo, dalla sua fondazione nel 1923, del potere in Russia.
Ma al di là  di qualche raro commento su internet, tipo «non ti sarai venduto?», oppure «questa storia non mi piace, ho paura di perderti», la massa dei seguaci di Navalnyj, che sulla rete sono centinaia di migliaia, non prende la cosa come uno scandalo. A rasserenare i dubbiosi c’è intanto da precisare che l’elezione è stata proposta e sostenuta da un oligarca non allineato con il governo Putin, Aleksandr Lebedev, titolare di quasi il 15 percento delle azioni della compagnia. Il suo nome dà  grandi garanzie di indipendenza. Non a caso è proprietario, insieme a Mikhail Gorbaciov del pacchetto di maggioranza, del quotidiano di Novaja Gazeta,
uno dei pochi giornali di opposizione sopravvissuti e tragicamente celebre per l’omicidio della sua inviata speciale Anna Politkovskaja. Questa attività  insieme all’acquisto in Inghilterra di gloriose testate come
The Independent e The Evening Standard lo ha messo più volte in rotta di collisione con Putin e i suoi. Tanto da far pensare che, più che un tentativo di comprare Navalnyj, la sua elezione rappresenti piuttosto un colpo sferrato all’attuale sistema di potere.
In ogni caso Navalnyj promette di sfruttare l’occasione per mettere a segno una parte del suo programma anticorruzione. «Il board dei direttori di cui farò parte — spiega scandendo le parole — avrà  solo un potere consultivo. Presenterò proposte per segnalare truffe e prevaricazioni a danno degli azionisti di minoranza. Non avranno il coraggio di bocciarmele tutte». Con un gergo volutamente burocratico, il blogger più amato dai giovani russi, precisa anche i privilegi e gli onori che la nuova carica gli porterà : «Già  in mattinata mi hanno recapitato una tessera “millemiglia” della serie diamante che apprezzo molto. Quanto alla retribuzione, l’anno scorso i miei omologhi hanno incassato 40mila euro». Soldi che dovrebbero essere reinvestiti sul sito anticorruzione. Ma il denaro non è mai stato un problema per Navalnyj che vive di donazioni spontanee dei suoi sostenitori. Proprio grazie alla banca Nrb di Lebedev dovrebbe presto mettere in circolo delle carte di credito speciali che verseranno sul suo fondo l’1 percento di tutte le operazioni.
Ma qualcuno fa invece notare che gli azionisti di Stato non hanno fatto niente per impedire la sua ascesa. Navalnyj lo ammette: «È vero, avevano i numeri e le capacità  ricattatorie per fermarmi. Ma forse sarebbe stato troppo anche per loro».


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