Tv, il Pdl tenta l’ultimo affondo Viola al ministero Ue per il digitale

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Si sistemerà , raccontano, alla Direzione Generale “Digital Agenda” che fa capo alla Commissione europea, a Bruxelles. Per lui è pronto l’incarico di vice direttore generale. Lo stipendio è da Serie A. Il potere così grande da assicurare a Viola voce in capitolo anche sulle cose italiane, di tv e telecomunicazioni. Su questo ragionavano ieri in AgCom i commissari uscenti del nostro Garante, nell’ultima riunione prima del rompete le righe.
Sodale e “alleato ombra” di Berlusconi. La voce insegue Viola dal novembre del 2011. In quei giorni, mentre prende corpo il governo di salvezza nazionale capitanato da Monti, ecco Viola entrare da favorito nella corsa alla poltrona di viceministro per le Comunicazioni. Passano poche ore e i giornali (alcuni) tirano fuori le intercettazioni della Procura di Trani. Dove il commissario dell’AgCom Giancarlo Innocenzi (area Berlusconi) cerca la sponda di Viola per segare le gambe a Santoro, in Rai.
Viola manca il tram e non diventa viceministro. A maggio 2012, il suo nome torna con forza come futuro presidente dell’AgCom. Di nuovo i giornali e i siti Internet rilanciano le intercettazioni di Trani mentre il Partito Democratico fa sapere al premier Monti che Viola non è la figura giusta per la presidenza. Qui arriverà , alla fine, il bocconiano Angelo Marcello Cardani. Il 4 maggio, Roberto Viola perde la pazienza e rivendica, pubblicamente, la sua autonomia. Scrive a Repubblica: «Voler accostare il mio nome a una presunta area politica di riferimento (il Pdl) lede la mia dignità  professionale, il mio curriculum e induce a sospettare dell’indipendenza di giudizio con la quale ho svolto il mio ruolo». Segretario generale dell’AgCom dal 2004, tecnico di prima linea, Viola ha avuto un’influenza decisiva su tutti le decisioni del Garante in materia di pluralismo televisivo e di concorrenza nelle telecomunicazioni.
“Lei è un cretino, si informi”, diceva Totò. Parole che neppure i più agguerriti nemici dell’uomo si sentono di pronunciare. Viola ha un bel curriculum, a cominciare da quella laurea con lode, in Ingegneria elettronica, presa alla Sapienza di Roma nel 1984. Sarà  forse per questo che anche due ministri di Monti (Passera e Moavero) sono in pressing sulla Commissione europea perché ingaggi Viola alla Direzione Generale “Digital Agenda”. Amico di Berlusconi, di Passera e Moavero, di Telecom. Sarà  poi la storia a dire quale bandiera avrà  servito Viola a Bruxelles dalla sua bella poltrona di Palazzo Berlaymont.


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