La figlia del dittatore che sfida Lady Gaga

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MOSCA – Bisogna ammettere che come cantante non è male. Voce piacevole, ritmi esotici, buon gusto negli arrangiamenti, e una bellezza un po’ vistosa che non guasta mai. Googoosha, che ha appena lanciato il suo primo cd sul mercato americano, ha tutto per diventare una star al pari dei suoi modelli Lady Gaga, Rihanna, Sade. Peccato che a guastare le cose ci si metta la sua biografia. È infatti la figlia di uno dei più spietati dittatori dell’Asia Centrale accusato di durissime repressioni fino a eccessi criminali come la bizzarria di far bollire vivi un paio di oppositori particolarmente ostinati. Gli americani, che da qualche tempo osservano in tv le immagini raffinate di “Round run”, il video di lancio del cd, scopriranno presto che la bionda ingioiellata che danza tra boschi e antichi palazzi orientali è in realtà  Gulnara Karimova, primogenita di Ismail Karimov, da 22 anni presidente-dittatore della ex repubblica socialista sovietica dell’Uzbekistan.
L’improvvisa passione per la musica della quarantenne ereditiera
non cancella la sua partecipazione
attiva al regime del padre. Prima come diplomatica, consigliere d’ambasciata a New York a Mosca e tuttora presso la sede Onu di Ginevra. Poi, soprattutto, come manager cui sarebbero affidate le sorti di una larga fetta del patrimonio di famiglia accumulato in tanti anni e gestito dalla sua lussuosa residenza svizzera.
Per questo, un gruppo di emigrati e fuoriusciti uzbeki residenti negli Stati Uniti aveva fatto di tutto per bloccare qualche mese fa una sfilata della sua
personale linea di abbigliamento alla settimana della moda di New York. Obiettivo raggiunto quando sul tavolo degli organizzatori è arrivata una lunga relazione di Human Rights Watch sul coinvolgimento di Googoosha nella attività  preferita del padre: l’utilizzo dei bambini per i lavori forzati dei campi. Secondo l’organizzazione internazionale per i diritti umani, almeno due milioni di bambini uzbeki sarebbero costretti a lasciare la scuola due mesi all’anno per essere impiegati
gratuitamente nella raccolta del cotone.
Karimov padre, che prese il potere nel 1990, poco prima del disfacimento dell’Urss, è quel che si suol dire un dittatore patentato. Accertati da tutti gli osservatori internazionali i brogli alle sue prime elezioni che si conclusero con quasi il 90 percento dei consensi e diverse migliaia di arresti in tutto il Paese. Da allora le accuse di nefandezze contro ogni forma di dissenso si sprecano a cominciare dal massacro di 500 manifestanti
in una piazza della capitale Tashkent compiuto nel 2005 da parte di cecchini e truppe antisommossa. Vittime principali della repressioni sono i musulmani e questo forse spiega la tolleranza di alcuni governi nei suoi confronti. In Uzbekistan l’Islam è proibito e tutti i fedeli sono incarcerati o addirittura eliminati.
In un clima del genere Googoosha, che poi sarebbe il vezzeggiativo preferito da papà  per la sua Gulnara, è cresciuta come una futura leader partecipando
alle grandi decisioni e curando l’immagine del governo all’estero. Trasferitasi a Ginevra con tutti i suoi cospicui conti in banca, ha vissuto da “delfina” prima di essere fulminata dalla voglia di diventare una star. Per una come lei c’è voluto poco, solo questione di soldi: un noto arrangiatore russo, il meglio dei registi di video musicali, un paio di stilisti per la scelta del look più adatto. E il lancio mondiale della sua sfida personale: la figlia del dittatore contro Lady Gaga.


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