«In Rai nomine lottizzate» Di Pietro non salva Colombo

Loading

ROMA — Orizzonte non ancora sereno per il rinnovo del Consiglio di amministrazione Rai. Il presidente della commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, ha fissato per martedì 26 giugno la seduta per le votazioni dei sette consiglieri di competenza parlamentare per dar tempo, avverte, di esaminare gli oltre trecento curriculum arrivati. Ma Marco Beltrandi, radicale eletto nel Pd, avverte: «Appare indispensabile un rinvio del voto dei componenti del consiglio di amministrazione della Rai, sia al fine di esaminarli con attenzione, sia al fine di audire in Commissione i più titolati, cosa che sto chiedendo invano da mesi».
Altro elemento di complessità , il violento attacco di Antonio Di Pietro al Pd per il sistema scelto per individuare i suoi due candidati, Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, affidando il compito di selezionarli a quattro associazioni della «società  civile»: «Denunciamo la lottizzazione e spartizione che ancora una volta si stanno facendo per il cda Rai, con l’aggravante di una copertura della società  civile che in realtà  viene usata solo come paravento», si legge in una lettera inviata a Sergio Zavoli. Di Pietro parla di Colombo e spiega: «Sono nomi di alto profilo e sul piano personale ne sono anche orgoglioso ma penso che Colombo potrebbe essere scelto anche esaminando tutte e 300 le candidature, tra cui vi sono altre persone di prestigio. Invece quei curriculum sono serviti per prendere in giro i cittadini e illuderli». Lo scontro è durissimo, infatti ecco la replica del Pd Matteo Orfini: «A quanto pare ormai a guidare Di Pietro più che ragionamenti politici è un’ossessiva voglia di attaccarci, ne prendiamo atto e ne terremo conto».
Anche nel centrodestra non tutto è chiaro, anzi. Ieri notte Silvio Berlusconi ha riunito i vertici del Pdl sulle nomine: sicura la conferma di Antonio Verro. La Lega annuncia per oggi una conferenza stampa sulla Rai: ed è pressoché certo che il Carroccio annuncerà  di non partecipare al voto per il rinnovo del Consiglio. Nulla di fondamentale per il numero legale ma essenziale per la maggioranza: il Pdl, se così fosse, si fermerebbe a quota tre consiglieri e il quarto ex-Lega diventerebbe un’incognita facendo perdere lo «zoccolo duro» di quattro voti al centrodestra come maggioranza parlamentare. Partita politica non da poco. Ma parallelamente, se l’Idv dovesse non votare, il Pd perderebbe la certezza di far votare i «suoi» due consiglieri con conseguenze altrettanto imprevedibili. Invece l’Udc dovrebbe confermare il proprio consigliere Rodolfo De Laurentiis.
Intanto «Se non ora quando?» ribadisce di non aver partecipato all’indicazione dei due consiglieri con le altre tre associazioni sollecitate dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani, ma di aver inviato a Zavoli una rosa di donne che conteneva «anche» Benedetta Tobagi. C’è un’altra novità . L’Apt, cioè l’Associazione dei produttori televisivi, e l’Anica, l’associazione delle industrie cinematografiche, hanno congiuntamente candidato al consiglio di amministrazione Sergio Silva, ex dirigente Rai, uomo di ideazione e produzione televisiva e cinematografica, come «personalità  indipendente e di garanzia, dotata delle indispensabili competenze aziendali ed editoriali».


Related Articles

I manifesti vergognosi

Loading

Il sangue di Vittorio Bachelet, assassinato dalle Br, sparso sulle scalinate della Sapienza di Roma. Lo sguardo delle mogli, dei figli, dei genitori ai funerali dei tanti magistrati uccisi dal terrorismo. Il presidente del Consiglio, teorico dell’equazione fra magistrati e brigatisti, ha di sicuro l’età , ma non la decenza, per ricordare quei fatti. Per quanto, certo, all’epoca fosse già  molto distratto dai propri affari.

Falsa partenza al G8 su Internet salta l’accordo su copyright e privacy

Loading

De Benedetti: Google non può prendere contenuti senza pagare. Murdoch: “La scuola resta ferma all’800, basta con il gesso e la lavagna, è l’ora del digitale”. Zuckerberg: “Le rivolte arabe non sono merito della mia Facebook, non facciamo politica”

 

Il collasso dell’informazione

Loading

La guerra di Libia merita di essere studiata come esempio di collasso dell’informazione. Abbiamo iniziato una campagna militare sulla base di notizie spesso manipolate se non del tutto false. Ora non sappiamo come uscirne.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment