“Li dobbiamo aiutare in nome della civiltà e della solidarietà ”
Se la Grecia uscisse dal sistema euro sarebbe una catastrofe. E lo sarebbe per motivi simbolici e storici. Ma anche per ragioni monetarie: l’uscita di Atene costerebbe agli altri Paesi europei un prezzo cinque o sei volte maggiore che se decidesse di rimanere nella moneta unica. La colpa ricadrebbe ad ogni modo sulla Germania, e in particolare sulla Cancelliera Angela Merkel, la quale ha imposto a tutti membri dell’Unione misure decisamente troppo severe e per alcuni troppo violente. Ora, anche se è ovvio che i politicanti e gli amministratori greci hanno gestito le finanze in modo deplorevole, e che l’hanno fatto in barba alle regole stabilite assieme agli altri Paesi e da essi condivisi, punirli con tale crudeltà mi sembra eccessivo e controproducente.
La Grecia e soprattutto i greci sono degni della solidarietà degli altri Paesi europei. Se la meritano, e sono certo che una volta usciti dalla crisi che li attanaglia saprebbero ricambiare con generosità e gratitudine quello che potremo fare per impedire che cadano in fondo al pozzo della recessione più nera. Per questo motivo credo che sia necessario, in Europa, opporsi all’atteggiamento dominante di Berlino, perché sembrerebbe che i tedeschi si preoccupino unicamente dei loro interessi. E che quando questi contrastano con gli interessi di qualcun altro, anziché cercare una soluzione che salvaguardi entrambi, loro scelgono sempre quella che avvantaggi soltanto i propri. Con il paradosso che, penalizzando un altro Paese al quale sono strettamente legati, essi penalizzano spesso anche loro stessi. Anche se l’Europa politica è ancora un’entità in cantiere, noi siamo già un’Europa economica, oltre che geografica.
In quanto francese sono molto felice della recente elezione di Franà§ois Hollande, un presidente che — mi perdonerete l’espressione — non lecca gli stivali di nessuno, quanto meno quelli della Merkel. Vorrei che, con l’arrivo di Hollande, altri capi di Stato a Bruxelles trovassero il coraggio neces-
sario per opporsi al rigore tedesco e per aiutare maggiormente il popolo greco. Dovremmo farlo soltanto per il debito “storico” che la nostra civiltà , ossia la civiltà europea, deve ad Atene. Quanto all’Italia, che considero la mia seconda patria, sono convinto che ce la farà da sola, perché dispone delle energie e delle risorse necessarie per risalire la china
senza l’aiuto di altri. E poi siete in ottime mani: Mario Monti mi sembra la sola persona in grado di farvi uscire dal pantano economico nel quale vi trovate. Recentemente ho vissuto due grandi momenti di felicità : il primo, quando Berlusconi ha lasciato il potere in Italia ed è stato sostituito da Monti alla presidenza del Consiglio italiana; il secondo, quando Nicolas Sarkozy è stato battuto e all’Eliseo è arrivato Hollande. Il rigore è un elemento fondamentale nella gestione dell’economia globale. Ma i nostri politici non possono e non devono fare finta che in gioco ci siano solo numeri astratti, e che non esistano gli uomini e le donne che sono stati chiamati a governare.
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