Internet Club Siti e blog tinti di rosso per aiutare le donne

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In America, per esempio, esiste fin dal 1990 l’associazione Breast Cancer Action (bcaction.org), che oltre a occuparsi delle eventuali cause e rischi che sono all’origine della malattia, e lotta per ottenere trattamenti meno tossici e invasivi, riflette sull’immaginario, nastrino rosa incluso (il loro colore, per inciso, è il rosso) realizzando anche un documentario, Pink Ribbons Inc, visibile su YouTube, dove si racconta come l’idea originale del nastrino sia stata scippata dalle multinazionali. Rosso è anche il blog di una giovane donna italiana residente in Gran Bretagna e che si firma
amazzonefuriosa.blogspot.it.
Una giovane donna che a trent’anni scopre di avere un tumore, e che lotta, post dopo post, anche contro gli stereotipi: “Tutto questo rosa, abbinato a prodotti di uso comune, dal rossetto al mocio vileda, fa sì che il cancro al seno
diventi anch’esso una cosa comune, normale, quasi alla moda. Ma non è normale affatto”.
Che non sia normale è la teoria di un altro blog americano,
thebreastlife.com
di Elisabeth Dale, che si batte contro l’industria della cura che, scrive, “fa profitti vendendo prodotti rosa, inventando apparecchiature per la diagnosi della malattia e mettendo a punto farmaci per curarmi solo dopo che mi è stata data la brutta notizia”. Su Twitter, Dale ha lanciato l’hashtag #occupythecure.


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