«Gli esodati sono 390 mila». L’ira di Fornero

Loading

ROMA — Alla fine la relazione dell’Inps sul numero complessivo dei potenziali esodati, di cui si parlava da tempo, è saltata fuori. L’ha diffusa ieri l’agenzia di stampa Ansa: un documento che fotografa nel dettaglio tutte le categorie di lavoratori che potrebbero rischiare di restare senza stipendio e senza pensione nei prossimi anni a causa della riforma della previdenza. Il totale è di 390.200 persone, contro i 65 mila «salvati», ammessi cioè al pensionamento con le vecchie regole, dal decreto salva Italia e dal successivo decreto interministeriale Monti-Fornero. L’Ansa ha dato la notizia ieri pomeriggio alle 4. L’Inps ha smentito solo due ore dopo, in una giornata che ha visto la sede dell’istituto di previdenza colpita anche da un improvviso e prolungato black out elettrico, con la direzione del personale che ha rimandato a casa i dipendenti perché gli uffici non potevano funzionare.
«L’Inps — dice la nota stampa — non ha fornito stime diverse e ulteriori rispetto al tema dei “salvaguardati”. I documenti tecnici dell’Inps hanno consentito al ministero di formulare il decreto con la salvaguardia prevista per i 65 mila lavoratori per i prossimi 24 mesi e per alcune categorie anche oltre i 24 mesi». Una mezza smentita che ribadisce quello che del resto ha più volte ammesso lo stesso ministro del Lavoro, Elsa Fornero: i primi 65 mila «salvati» sono quelli che potranno andare in pensione con i requisiti precedenti la riforma nel 2012 e nel 2013, poi si sa che ce ne sono altri, anche se Fornero non ha mai detto quanti, e per questi «si vedrà ». Lo stesso direttore generale dell’Inps, Mauro Nori, che firma la relazione del 22 maggio diffusa ieri dall’Ansa, l’11 aprile, in commissione Lavoro alla Camera, aveva detto che la platea potenziale degli esodati era di almeno 130 mila lavoratori, precisando poi — per non entrare in contraddizione con i 65 mila decisi dal governo — che si riferiva a un arco quadriennale. La relazione che ieri ha fatto scoppiare il caso fa un stima completa di tutti i lavoratori che nei prossimi anni, sulla base delle norme del decreto salva Italia e nel successivo decreto Milleproroghe, avrebbero diritto di andare in pensione con le regole precedenti alla riforma Fornero. 
Come è facile immaginare la relazione ha scatenato la polemica politica. In serata Fornero ha chiamato a rapporto il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, e lo stesso Nori e, poco dopo le 22, ha diffuso un severo comunicato: «Il ministro del Lavoro ha convocato il presidente e il direttore generale dell’Inps per avere chiarimenti circa notizie relative a documenti interni all’istituto contenenti valutazioni che, non corredate da spiegazioni e motivazioni di dettaglio, hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione. Al riguardo, il ministro Fornero ha manifestato ai vertici dell’Inps la propria disapprovazione e deplorato la parziale e non ufficiale diffusione di informazioni che hanno provocato disagio sociale. Il ministro ribadisce la correttezza di quanto contenuto nel decreto che, sulla base delle risorse finanziarie già  stanziate, definisce il loro numero in 65 mila persone. Il governo è peraltro consapevole che il provvedimento non esaurisce la platea di persone interessate» e conferma «l’impegno per questi altri lavoratori a trovare soluzioni eque e finanziariamente sostenibili». Insomma: gli esodati potenziali sono quasi 400 mila. La relazione dell’Inps, inizialmente smentita, esiste. Il ministro, che di recente ha ammesso «sugli esodati ci siamo sbagliati», si è arrabbiato. Ma il problema resta in tutta la sua gravità .


Related Articles

Licenziamenti Statali, vale l’articolo 18

Loading

Sentenza della Cassazione: la legge Fornero e il Jobs Act inapplicabili per i dipendenti della Pa Confermata la posizione del governo, per i giudici è “funzionale all’imparzialità dell’amministrazione”

Contratti a termine verso la correzione Vertice tra le imprese

Loading

Potrebbe cambiare una delle norme chiave della riforma del mercato del lavoro, quella che allunga il periodo che deve passare tra un contratto a termine e l’altro. La legge 92 Fornero prevede infatti che, di regola, debbano trascorrere almeno 60 giorni fra un contratto temporaneo e l’altro se il primo è durato meno di sei mesi, e almeno 90 giorni se invece la durata è stata superiore a sei mesi.

Il vizio delle sanatorie In 40 anni recuperato un solo anno di evasione

Loading

 E il leader Pdl nel 2008 giurò: mai più

Tè pizze, birra e caffè: ecco quanto hanno rastrellato annualmente, per ogni italiano, 40 anni di sanatorie. Circa 57 euro pro capite

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment