Dalle urne francesi mandato a Hollande per fare le riforme
PARIGI — La sinistra e Franà§ois Hollande vincono anche il primo turno delle elezioni legislative, fondamentali per assicurare al presidente la maggioranza parlamentare necessaria per realizzare le riforme promesse ai francesi. I risultati definitivi si avranno alla fine del secondo turno di domenica prossima, ma già oggi sembra chiaro che il recente voto delle Presidenziali non è stato solo un referendum pro o contro Sarkozy: con il terzo voto univoco in sei settimane, la Francia conferma di essersi spostata a sinistra.
La coabitazione tra un presidente socialista e un governo di destra è stata scongiurata, e a rallegrarsene non sono solo Hollande e i suoi uomini. Già sperimentata con Mitterrand e Chirac e poi, a parti invertite, con Chirac e Jospin, la coabitazione avrebbe comportato un rischio di immobilismo proprio quando la Francia e il resto di Europa hanno bisogno di rapidità decisionale.
«Non c’è stata alcuna onda rosa», ha commentato l’ex premier Franà§ois Fillon, ma i socialisti avanzano comunque del 10 per cento rispetto alle elezioni del 2007. Il Ps, i Verdi e il Front de Gauche di Jean-Luc Mélenchon arrivano insieme a circa il 47 per cento. Non solo: secondo una proiezione realizzata dall’istituto OpinionWay per Le Figaro, al secondo turno i socialisti potrebbero ottenere da soli la maggioranza assoluta, con una forbice che oscilla tra i 293 e i 323 seggi sui 577 in palio.
Il centrodestra dell’Ump si ferma invece intorno al 35% e non ha formazioni con le quali allearsi, visto che ieri sera il suo segretario Jean-Franà§ois Copé ha ribadito che «non faremo nessuna alleanza con il Fronte Nazionale», protagonista di un ottimo risultato quasi al 14%.
La prestazione dell’estrema destra nella sua nuova versione «Rassemblement Bleu Marine» è uno dei dati significativi del primo turno: Marine Le Pen dimostra di avere ormai un forte radicamento, ottiene nella sua circoscrizione di Hénin-Baumont quasi il doppio dei voti del nemico della sinistra radicale Mélenchon, escluso dal ballottaggio, eppure ancora una volta il Fn potrebbe restare fuori dall’Assemblea nazionale. Una speranza viene da Marion Maréchal Le Pen, la nipote del fondatore del Fn, arrivata in testa nella sua circoscrizione del Vaucluse.
Oggi pomeriggio è già prevista una riunione straordinaria della direzione nazionale dell’Ump per mettere a punto la strategia in vista del secondo turno di domenica. Il partito rischia di spaccarsi: alcuni non sopportano che i socialisti possano liberamente allearsi con il discusso Front de Gauche di Mélenchon, mentre la destra repubblicana vieta a se stessa di stringere con il Fn patti che sarebbero utilissimi per conquistare più seggi. Ma dovrebbe vincere la vecchia guardia guidata dall’ex ministro degli Esteri Alain Juppé: nessun accordo con Marine Le Pen, nessuna desistenza in favore dei candidati frontisti, per non perdere l’anima del partito.
I ministri candidati, minacciati dal premier Jean-Marc Ayrault di perdere la poltrona se sconfitti alle urne, hanno ottenuto un buon risultato e dovrebbero restare nel governo, e altri grandi nomi sono in testa: da Ségolène Royal a La Rochelle a Jack Lang nei Vosges, dove pure Marine Le Pen era arrivata prima alle Presidenziali. Resta da vedere quale sarà la ripartizione delle forze, e se veramente i socialisti otterranno la maggioranza anche senza l’aiuto degli alleati verdi e soprattutto del Front de Gauche, molto meno malleabile. Ma la vittoria è della sinistra.
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