Imu, il 40% delle grandi città  ha già  aumentato le aliquote due settimane per l’acconto

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E’ iniziato il conto alla rovescia per il pagamento della prima rata dell’Imu, la nuova tassa sugli immobili che sostituisce l’Ici e che si torna a pagare anche sulla prima casa. A meno di due settimane dall’Imu-day la corsa dei Comuni a deliberare aliquote più alte di quelle base (che sono del 4 per mille sulla prima casa e del 7,6 per mille sulla seconda) non si è fermata: secondo l’Osservatorio sulle tasse locali della Uil servizio politiche territoriali, su 104 capoluoghi di provincia italiani circa il 40 per cento (41 grandi centri) ha deliberato gli aumenti. La mano più pesante è stata usata sulla seconda abitazione che in molti casi registra aliquote-top del 10,6 per mille (come a Roma, Napoli e Milano): gli aumenti hanno interessato il 23 per cento dei grandi comuni (in totale 24 municipi). Molti i capoluoghi che hanno aumentato le aliquote su prima e seconda casa: sono 17 pari al 16 per cento dei grandi centri. Sulla prima casa aumenti a Roma, Palermo, Napoli e Torino.
Dall’indagine risulta un aumento generalizzato delle aliquote. La imminente «stangata» Imu non sarà  leggera, come dimostra l’ansia dei contribuenti alle prese con rendite catastali, rivalutazioni e aliquote calcoli in questi giorni. L’unico sollievo sarà  costituito dalla possibilità  di rateizzare l’importo in tre parti: la prima si pagherà  il prossimo 18 giugno (per la prima casa basterà  pagare l’aliquota base del 4 per mille anche dove il Comune ha già  previsto un aumento); la seconda al rientro dalle vacanze il 17 settembre (sempre con aliquota base del 4 per mille); l’ultima rata e conguaglio il 17 dicembre, in prossimità  del Natale. E’ allora che ci potranno essere ulteriori sorprese: infatti i Comuni che non lo hanno fatto hanno tempo fino al 30 settembre per decidere l’inasprimento dell’aliquota base. Ultimo ostacolo della corsa dell’Imu: entro il 10 dicembre il governo, se il gettito complessivo non produrrà  i 21,4 miliardi previsti (3,4 sulle abitazioni principali e 18 sugli altri immobili) potrà  con un decreto rincarare le aliquote base.
Quanto costerà ? Non poco. La ricognizione fatta dall’Osservatorio della Uil sui principali capoluoghi prende in esame rendite catastali medie (A/2 e A/3), riferite ad un immobile semicentrale di cinque vani e tiene conto anche delle detrazioni per circa 2 figli a carico (50 euro per ogni minore di 26 anni fino ad un tetto di 600 euro complessivi). Ebbene a Roma, ad esempio, l’Imu sulla prima casa peserà  mediamente 639 euro di cui 154 dovranno essere versati con l’acconto di un terzo, calcolato sull’aliquota base, lunedì 18 giugno. A Milano (dove l’aliquota resta del 4 per mille) sulla prima casa peserà  circa 427 euro di cui 142 a giugno. A Napoli si pagheranno in totale 303 euro di cui 84 a giugno. A Firenze 288 euro di cui 96 a giugno.
Per chi possiede la seconda casa l’Imu sarà  un salasso anche se bisogna considerare che la nuova tassa incorpora la vecchia Irpef sulla seconda casa e in qualche caso, sui redditi più alti, ci potranno essere anche dei risparmi. Le cifre assolute comunque sono elevate: per la seconda casa a Roma si sta, in media, a 1.885 euro e a 1.793 a Milano.


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QUEL RITARDO NEI PAGAMENTI

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