La felicità  imposta per decreto

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A volte per gettare uno sguardo differente sul presente, in grado di illuminarlo sotto una luce diversa, può essere utile rivolgersi ad un altro tempo, passato oppure futuro. Se tale operazione viene compiuta in ambito narrativo si parla di romanzo storico, romanzo d’inchiesta, storia alternativa, steampunk o ancora utopia, distopia, fantapolitica. Tanti sono gli autori che si sono cimentati in questi generi e sottogeneri narrativi, utilizzando le forme e le strutture più differenti. Ora, a raccontare il futuro prossimo del nostro paese, la Terza repubblica italiana, è la coppia narrativa che si nasconde dietro il nome di Tersite Rossi, ovvero l’insegnante Mattia Maistri e il giornalista Marco Niro, che, per le edizioni e/o, all’interno della collana Sabot/age curata da Massimo Carlotto, hanno pubblicato Sinistri (Roma, pp. 231, euro 15).
La prima ragione di interesse di tale romanzo sta nel fatto che ci si occupa dell’Italia, forse il paese occidentale la cui storia è stata maggiormante segnata da misteri irrisolti o, comunque, mai completamente svelati, dalla strage di Portella della Ginestra in poi. Misteri in cui si è sempre intravveduta l’ombra scura del potere, senza però che si sia mai riusciti a farla apparire in piena luce. E secondo quanto raccontano i nuovi emuli di Tersite – l’anti-eroe omerico che sfidò i potenti per finire bastonato, deriso ed ucciso – le strategie per prendere o mantenere il potere non è che nel futuro cambieranno di molto. 
Ulteriore motivo di interesse è rappresentato dalla struttura narrativa utilizzata, davvero inusuale e complessa, ma estremamente efficace e atta a mantenere per tutto il libro un livello elevato di tensione e suspence. La storia vera e propria si sviluppa in meno di ventiquattro ore: tutto inizia lunedì 15 maggio 2023 alle 16,43 e si conclude martedì 16 maggio alle 00,49. Prima una serie di articoli di giornale ci informano dei fatti accaduti a partire dal 2015, quando una grande coalizione di responsabilità  nazionale comprendente il centrosinistra, il centro e la destra non berlusconiana e guidata dall’ex-presidente di Confindustria ha sconfitto il polo che si richiamava all’ex-presidente del Consiglio. All’interno dell’alleanza vincente, già  allora, si segnalava una nuova formazione politica, il Partito della Felicità , destinato in poco tempo a a diventare il primo, o meglio l’unico partito italiano e ad impadronirsi del potere. Tutto ciò fino a quando, nato in rete da un blog, diventato poi un vero e proprio movimento capace di portare in pizza tre milioni di persone, emerge sulla scena politica il Movimento Antieroico, anticapitalista, erede della tradizione più radicale della sinistra. Un alone di leggenda lo avvolge, soprattutto per quel che riguarda i suoi leader, la cosiddetta Banda dei Nove, e colui che agisce dietro di loro, sconosciuto a tutti, à€delos. La loro parabola però dura poco. In poco tempo i Nove vengono arrestati come terroristi e scompaiono. Intanto il Partito della Felicità  rafforza il suo potere: nessuna opposizione, pace sociale a tutti i costi, allarme e sicurezza in primis, campi di rieducazione per i dissidenti, soprattutto giovani. Ma un nuovo movimento terroristico sembra affacciarsi sulla scena, un gruppo che si richiama all’ideologia antieroica. In questo contesto si svolge la storia che si dipana nelle ventiquattrore del 15 maggio, anniversario dell’operazione di polizia contro i Nove. E tra la genesi di un attentato, il dramma di due ragazzi contrari all’ideologia dominante, ma figli di un dirigente del partito al potere, al capo della polizia arriva un plico contenente dieci racconti che sembrano annunciare il ritorno degli Antieroi. E a questo punto il romanzo diviene una raccolta di racconti – quelli del plico, appunto – che trattano avvenimenti ambientati in diversi momenti storici, a partire dall’inizio del Novecento. Per poi ritornare ad essere un romanzo, nella conclusione, per molti versi inaspettata.
Libro avvincente, dalla scrittura secca e tagliente, Sinistri getta un’ombra pesante ed inquietante anche sulla situazione attuale, costringendo il lettore a porsi domande e a indagare similitudini. Ma soprattutto porta in primo piano una metodologia del potere ben conosciuta quella che mira a «creare il caos per generare ordine». Insomma «la cara, vecchia strategia della tensione. Antica come la nostra Repubblica, ma sempre straordinariamente buona all’uso».


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