Arrestato Ponzellini banchiere disinvolto e dominus Impregilo

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Bolognese, al fianco di Romano Prodi fino agli anni ’90 (è stato presidente di Nomisma, il suo centro studi), poi alla Banca europea per la ricostruzione e sviluppo, quindi alla Bei, rientra in Italia e si avvicina progressivamente a Giulio Tremonti e alla Lega, fino a diventare contemporaneamente presidente di Impregilo (uno dei principali catalizzatori di grandi opere pubbliche) e presidente della Banca Popolare di Milano. Poltrona su cui, con la sua solita finezza, Umberto Bossi disse di avere «piazzato uno dei nostri».
Le accuse che l’hanno portato agli arresti riguardano quest’ultima carica. E non la prima inchiesta che lo prede di mira su quel fronte: sempre la procura milanese aveva voluto vederci chiaro nel «prestito convertendo» piazzato nel 2008 e che hanno prodotto perdite del 70% ai poveri sottoscrittori. Stavolta, invece, l’indagine prende in esame un «prestito anomalo» all’«imprenditore di slot machines» Francesco Corallo; casualmente figlio di Gaetano, uomo d’affari condannato per associazione a delinquere semplice e considerato in Sicilia vicino al clan di Nitto Santapaola.
In carcere è finito anche Antonio Cannalire, un faccendiere ufficialmente «consulente» della Bpm ma che i magistrati descrivono come il vero «manager di fiducia» di Ponzellini all’interno della banca. Un ruolo delicato, perché avebbe avuto l’incarico di mantenere i rapporti con gli ambienti politici del centrodestra. 
Il gip Cristina De Censi, nella sua ordinanza, ricostruisce dinamiche da «cupola», capace di erogare credito – l’attività  principale di una banca, insieme alla raccolta – soltanto a «imprenditori legati alla politica». Una gestione un po’ troppo «privatistica» anche per una società  privata come una banca, che in fondo deve rispettare i normali criteri di convenienza economica. Per riuscire a far arrivare soldi a chi volevano loro – e vedersi premiati con 5,7 milioni di «ricompensa» extra, o «mazzetta» – venivano disinvoltamente bypassati gli organismi di controllo della banca. Alcuni funzionari perplessi davanti a determinate operazioni sarebbero stati apertamente minacciati, secondo gli inquirenti.
Il movimento più «anomalo» riguarda un finanziamento da 150 milioni, di cui 105 «per cassa», elargito al gruppo Atlantis-Bplus. Non lo conoscete? Per forza, provincialotti che siete… Si tratta di una società  con sede a St. Martins, uno dei paradisi fiscali alle isole Guernsey, nel canale della Manica. Certo un posto più raffinato delle Tanzanie indicate dai Belsito.
Il mercato non preso affatto bene la notizia dell’arresto. Il titolo Bpm è stato fermato per eccesso di ribasso quando ormai aveva perso già  l’11%; poi ha in parte recuperato le perdite, chiudendo con un -3,84%. Al contrario, le azioni Impregilo sono state le migliori della giornata. Secondo gli operatori, il mercato sembra scommettere su un cambio al vertice del gruppo conteso tra Gavio (più Benetton e Ligresti) e il gruppo Salini.


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