Exor, 1 miliardo da spendere in una big europea

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TORINO – Fino a un miliardo di euro da spendere «probabilmente in Europa» in settori quasi certamente diversi da quello automobilistico. Exor, la finanziaria degli Agnelli, affronta così l’anno della grande crisi nella speranza, fatta propria dal presidente, John Elkann, che «la crisi dell’Europa ci insegni, come spesso è accaduto, quali sono le strade migliori per superare le difficoltà  e rafforzarsi». La finanziaria che controlla Fiat, Fiat Industrial, Cushman&Wakefiled e Sgs, ha chiuso il 2011 con un utile netto di 58,7 milioni di euro e ha distribuito un dividendo da 80,1 milioni, 0,335 per ogni ordinaria. «Procederemo nella semplificazione dei titoli», ha annunciato Elkann sottintendendo che in futuro potrebbe cadere, come già  è accaduto in Fiat e Fiat Industrial, la divisione tra azioni privilegiate, di risparmio e ordinarie.
Il senso della giornata è nelle parole di Elkann sul futuro dell’euro. Perché non pochi ipotizzano che, di fronte al crollo della moneta unica, il Lingotto possa decidere di trasferire ulteriori investimenti verso l’area dollaro. Sentimento di pessimismo molto diffuso oltreatlantico che però il presidente di Exor non condivide: «Credo che nei prossimi mesi l’euro dimostrerà  di potercela fare. E’ inutile trascorrere le giornate a ipotizzare i piano di salvataggio dal disastro. Cerchiamo di affrontare i problemi quando si presentano. Se l’euro supererà  la tempesta, si rafforzerà ». Dunque «è probabile» che gli Agnelli scelgano di investire il famoso miliardo ancora nel Vecchio Continente. Per la precisione, la cifra «va da 500 milioni a un miliardo», ed è la stessa che Exor era pronta a sborsare per acquistare la Formula 1: «Una ipotesi che ci interessava molto anche perché si trattava di un business gestito in una situazione di sostanziale monopolio. Ma è inutile tornarci. L’affare è sfumato. Ora cerchiamo altre opportunità ». Entro quale data? «Non ci siamo posti limiti di tempo». Ma si sa, aggiunge Elkann agli analisti, «che si farà  più probabilmente in Europa, forse con l’acquisto di una grande società ».
Le incertezze sul futuro dell’euro preoccupano naturalmente gli Agnelli e John Elkann conferma che nei prossimi mesi potrebbero essere rivisti i target in Europa. Ma conferma anche che «gli investimenti negli stabilimenti Fiat di Mirafiori e Grugliasco sono partiti» e dunque, pare di capire, non torneranno indietro. Elkann dice agli azionisti che «Fiat ha investito in Italia negli ultimi 5 anni quasi 10 miliardi di euro» sottolineando però che «i nostri investimenti in Italia sono un fatto voluto, non un fatto dovuto». Il presidente di Exor conferma l’investimento nella Juventus («Non scenderemo sotto l’attuale 60%»). Ringrazia Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Steves e Pio Teodorani Fabbri che lasciano il cda e conferma che difficilmente Fiat rientrerà  in Confindustria: «Confindustria oggi si occupa d’altro», è il suo giudizio sferzante. Poi il Elkann svela un retroscena di qualche anno fa: «Nel 2007-2008, quando il risanamento della Fiat era concluso, abbiamo temuto che Marchionne andasse alla Ubs. Oggi non c’è il pericolo che lasci la Fiat ma sa che tra i suoi compiti c’è anche quello, per senso di responsabilità , di crescere dei manager in grado un giorno di sostituirlo».


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