Italia, nuove spese militari in vista

Loading

In un articolo del Wall Street Journal intitolato “Gli Usa vogliono armare i droni italiani”, si legge che l’amministrazione Obama – facendo prevalere gli interessi commerciali dell’industria bellica americana sulle preoccupazioni di chi non gradisce cedere a stranieri l’hi-tech militare Usa – ha deciso di fare dell’Italia “il primo Paese estero, Gran Bretagna a parte, dotato di droni armati di missili e bombe a guida laser”.

Droni trasformati in micidiali bombardieri che, rivela il Wsj, “l’Italia intende impiegare in Afghanistan”. Altra notizia di non poco conto, che conferma l’incostituzionale via libera del nuovo ministro della Difesa, Giampaolo di Paola, ai bombardamenti aerei italiani sul fronte di guerra afgano. E, più in generale, la zelante disponibilità  dell’Italia a “contribuire e condividere il peso di operazioni” militari dalle quali altri alleati, come la Francia, si stanno saggiamente chiamando fuori.

Difficile stimare la spesa necessaria per armare i sei droni MQ-9 ‘Reaper’ (‘Mietitori’) in forza al 28° Gruppo Velivoli Teleguidati del 32° Stormo di Amendola (Foggia), acquistati tra il febbraio 2008 (governo Prodi, Parisi alla Difesa) e il novembre 2009 (Governo Berlusconi, con La Russa ministro) per 393 milioni di dollari. Quel che è certo è che gli ordigni di cui stiamo parlando sono estremamente costosi, e ovviamente vanno acquistati in quantità  industriali.

I droni Reaper sono solitamente armati con missili Agm-114 ‘Hellfire’ (Fuoco d’inferno) da 54mila euro l’uno, e con bombe a guida laser Gbu-38 e Gbu-12 che costano, rispettivamente, 28mila e 15mila euro al pezzo. Senza contare gli elevatissimi costi per addestrare i tele-piloti italiani all’uso dei sofisticati sistemi di puntamento e lancio di queste armi.

La decisione finale del Congresso americano sulla vendita di queste armi all’Italia è attesa a giorni, ma è scontato il via libera. Sarebbe doveroso che anche il Parlamento italiano si pronunciasse in merito: nel 2008, al momento dell’acquisto dei primi quattro droni disarmati, l’allora sottosegretario alla Difesa, Giovanni Lorenzo Forcieri, disse che l’eventuale futura decisione di armarli sarebbe dovuta preventivamente passare per il Parlamento.


Related Articles

Tank e armi pesanti Usa nell’Est Europa

Loading

Il Pentagono è pronto a dispiegare mezzi e 5 mila soldati per scoraggiare un’aggressione russa Sarebbe il primo schieramento di questo tipo nei nuovi Paesi Nato dalla fine della Guerra fredda

Bombe sulla scuola e sul mercato Onu e Usa protestano con Israele

Loading

Colpi di cannone contro le aule che ospitano i rifugiati e sulla folla in cerca di provviste al mercato: uccisi donne e bambini. L’ira di Ban Ki-moon “È stato Israele, vergogna”

Isolamento e critiche I costi della non-guerra

Loading

BERLINO — In questa tarda estate di grandi ritorni sulla scena politica tedesca, le ultime parole a pesare come un macigno sono quelle di Joschka Fischer, ex ministro degli Esteri verde: «L’atteggiamento del governo tedesco nella crisi libica è una grande disfatta — ha detto in un’intervista allo Spiegel —. Forse la più grande disfatta nella storia della Bundesrepublik». Ossia, dalla fine della Seconda guerra mondiale.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment