Choc a Coverciano, alba con la polizia

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FIRENZE — Neppure Balotelli e Cassano, stavolta, hanno voglia di scherzare. Quando escono dallo spogliatoio per il riscaldamento sul campo numero uno di Coverciano sembrano stralunati, lo sguardo assente, il cuore in subbuglio, le gambe vuote. L’inferno è già  scoppiato, la casa della Federazione violata dalle auto dei poliziotti, Domenico Criscito nei guai grossi. E si andrà  avanti sino a sera quando, con gli azzurri in viaggio per Parma, arriverà  la notizia che anche Leonardo Bonucci è indagato.
Una giornata lunga e terribile. Si parte con la pioggia, si arriva con il sole. Alle 6.10 del mattino, sotto il diluvio, una Fiat Bravo scura e una Bmw grigia si presentano al cancello del centro tecnico, il ritiro della nazionale, con in mano l’avviso di garanzia indirizzato a Criscito. Mauro Vladovich, il segretario generale della Federazione, ha appena il tempo di scendere dalla sua camera, avvisare il capo delegazione, nonché vice presidente federale, Demetrio Albertini, e svegliare il giocatore che dormiva in camera con Ranocchia. Un risveglio brusco. Un pugno nello stomaco. Nell’albergo di Coverciano le mosse sono frenetiche. I poliziotti del Servizio centrale operativo consegnano il provvedimento, perquisiscono la stanza, sequestrano il cellulare e il tablet. Criscito ha gli occhi sgranati, le mani tra i capelli, cerca conforto nello sguardo più allibito del suo di Ranocchia o in quello preoccupato di Prandelli. A tutti ripete come un mantra: «Io non c’entro niente…». Ma non è solo un brutto sogno da cui svegliarsi.
Alle 8.12 entra una terza auto dello Sco, alle 8.17 è la volta di una volante che se ne va nel giro di nove minuti. La missione della polizia dura, in tutto, due ore e 45 minuti. Molti degli azzurri se ne rendono conto solo quando suona la sveglia. Criscito intanto cerca di reagire: chiama la moglie Pamela e il suo manager Andrea D’Amico, che si attiva per spedire un avvocato dal suo assistito. «Voglio farmi interrogare subito. Io con certa gente non c’entro». Ha la divisa rossa della nazionale anche se sa che gli Europei sono sfumati nel preciso istante in cui la polizia gli ha notificato il provvedimento. Albertini, all’ora di pranzo, ufficializza la decisione: «Criscito è un ragazzo straordinario, ma non farà  parte della spedizione azzurra in Polonia». «Non è sereno e avrebbe dovuto sopportare una pressione mediatica che nessuno è in grado di reggere», aggiungerà  più tardi Prandelli. Il c.t. dell’etica e del rigore è sconcertato, ferito. Difende l’ex bimbo del Genoa, «è quasi impensabile che un ragazzo così educato sia rimasto coinvolto in questa brutta storia e sono certo che avrà  argomenti per uscirne pulito», ma è durissimo con chi viola le regole: «Perché fanno un danno incredibile ai ragazzini che amano il calcio e ai quali roviniamo un sogno».
È una giornata strana e triste. Coverciano violata proprio nel giorno in cui sui campi verdi del centro tecnico, invitati dall’allenatore azzurro, si presentano Simone Farina e Fabio Pisacane, i giocatori simbolo della lotta alle scommesse. I due seguono l’allenamento, svolto in un silenzio surreale. «Ho scelto il giorno sbagliato per presentarmi», dice Farina, con un filo di voce prima di tornare a casa.
Criscito è fuori dal gruppo, però trova la forza per fare un salto negli spogliatoi e incontrare i suoi compagni: «Ragazzi non ho fatto niente di male, mi dispiace avervi messo nei guai». Lo incoraggiano tutti, anche durante il pranzo e prima del congedo. L’ex genoano se ne va da Coverciano intorno alle 14, insieme agli altri sei esclusi dal c.t. Lo fa con la morte nel cuore: «Ma se dimostro la mia innocenza posso tornare?», dice ad Albertini. Il capo delegazione ricorda che «siamo tutti innocenti sino a prova contraria. A me le spiegazioni di Mimmo hanno convinto però, come dirigente federale, mi batterò affinché chi ha sbagliato paghi». 
Criscito fuori, Bonucci in attesa di giudizio. Diretto a Parma, dove stasera l’Italia gioca in amichevole, Prandelli tira un respiro di sollievo. E invece viene trafitto in contropiede. Durante il viaggio in Emilia arriva la notizia che anche Bonucci è indagato. Ma non c’è traccia della notifica e in Federcalcio sono ragionevolmente convinti che non arriverà . Una speranza alla fine di una giornata che nessuno dimenticherà .


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