Vent’anni dopo, si torna sotto l’albero di Falcone

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L’iniziativa è partita da cittadini comuni e si è propagata in poco tempo in tutta la città : «Quando stamattina ho sentito la notizia dell’attentato mi stavo facendo la barba – racconta Gery Palazzotto, giornalista del sito diPalermo.it , tra i promotori – ho chiamato subito altri colleghi con i quali ci siamo detti che non potevamo stare fermi, zitti. Questa storia ci riguarda da vicino, troppo da vicino». Il primo appuntamento è per le 4 del pomeriggio. La gente si raduna davanti a quella che fu la casa di Francesca Morvillo e Giovanni Falcone. Sotto il ficus dove i palermitani non hanno mai smesso di lasciare un biglietto o un fiore, un gruppo di ragazzi srotola uno striscione: «Siamo tanti, ci siamo e ci saremo». Altri giovani attaccano volantini, scrivono altri messaggi man mano che arrivano. Alle cinque del pomeriggio la folla cresce e occupa almeno cento metri di strada. Arrivano anche molti politici, candidati e big di partito, soprattutto del centrosinistra. Il ballottaggio di oggi e domani per la scelta del sindaco è troppo importante per non essere qui, oggi. Ecco quindi anche Fabrizio Ferrandelli e subito dopo Leoluca Orlando. Non sono previsti interventi, è solo un presidio di solidarietà  con Brindisi e per non dimenticare la strage di 20 anni fa a Capaci. Gli unici a parlare, d’istinto da una scalinata, sono alcuni studenti. «Questo attentato poteva essere fatto anche qui, in una scuola di Palermo, colpisce soprattutto noi giovani, e noi giovani dobbiamo ribellarci, esprimere la nostra rabbia», dice una ragazza con i capelli neri invocando un minuto di silenzio. Il sit-in andrà  avanti fino a sera. Alla fine saranno stati oltre tremila i partecipanti a questa manifestazione spontanea. Una protesta che anticipa di quattro giorni quell’appuntamento che Palermo si dà  ogni anno per commemorare la strage di Capaci del 23 maggio ’92, un sabato anche quello. Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, dice: «È un colpo vigliacco, bisogna andare avanti, è in gioco la democrazia», una democrazia tremolante da decenni, come le fiamme delle fiaccole che Palermo accende a sera davanti a un’altra scuola che porta il nome di Falcone, nel famigerato quartiere Zen. Mercoledì prossimo si replica: numerose le iniziative, tra cui una catena umana che unirà  varie zone della città . Ci sarà  anche il capo dello Stato.


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