Fermate in due giorni 450 persone, 43 italiani

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Si sono ripetutamente formati raggruppamenti di centinaia di persone, in diverse zone della città , anche nella «vietatissima» Willy-Brandt-Platz, davanti alla Bce, o nei pressi della Bundesbank, o della fiera, regolarmente accerchiati o dispersi della polizia, che a sera vantava un «bottino» di 400 fermi. Gli agenti hanno aperto la caccia al «blockupista» già  giovedì, con 150 persone portate in questura ( Polizeiprà¤sidium ) e trattenute diverse ore. Tra loro, come ha confermato ieri la polizia, anche 43 italiani. Sottoposti a un «fermo preventivo» (per impedir loro di commettere infrazioni, come la partecipazione a manifestazioni non autorizzate), sarebbero stati tutti rilasciati entro le 23, con un foglio di diffida a metter piede nel centro di Francoforte fino alle 7 di sabato. Chi venisse sorpreso a contravvenire all’ingiunzione, rischia l’arresto fino a domenica, al termine della campagna di Blockupy-Frankfurt. Il sito www.ateneinrivolta.org ha registrato per telefono le testimonianze di alcuni fermati. «Nella tarda mattinata di giovedì, muovendo dal campus universitario di Bockenheim, abbiamo cercato di muoverci con un piccolo corteo – italiani e tedeschi – per raggiungere la protesta contro i divieti sulla piazza del municipio», racconta Natascia di Roma. «Stavamo trattando con la polizia, che sembrava disposta a lasciarci proseguire per piccoli gruppi. Ma ci ha ripensato. Ci ha accerchiato, identificato e portato in questura». «Ci hanno messo in due grosse celle, ciascuna per circa quaranta persone, una per le ragazze, una per i ragazzi», continua Enrico di Trento. «I poliziotti erano corretti, perfino gentili. Ci portavano da bere, da mangiare, ci accompagnavano a fare pipì». Ma questa correttezza, nel giudizio di Enrico, si accompagna a una tecnocratica inflessibilità  del risultato repressivo. «Siamo rimasti chiusi per ore, senza capire bene perché, non avevamo fatto proprio niente». Tra i fermati anche Piero Maestri, portavoce nazionale di Sinistra critica. Come tutti i «diffidati», venerdì è rimasto al campeggio a nord di Francoforte, ma è in contatto con altri italiani – ne sarebbero arrivati tre-quattrocento – impegnati in centro nella partita tra guardie e blockupisti: «Se lo stato d’assedio preventivo, con i fermi di giovedì, mirava a svuotare le piazze, non è riuscito nell’intento. Le ripetute proteste di oggi, in violazione dei divieti, lo confermano». Maestri non ha notizia di nuovi fermi di italiani.


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