Repressione e spruzzi colorati

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La notizia del verdetto si è presto sparsa tra i circa 300 occupisti (un ibrido tra «occupanti» e «attivisti»), che si sono seduti al centro del campo, decisi a non andarsene con le proprie gambe. A dispetto della tensione che pure si percepiva, l’umore era sereno. Al ritmo dei tamburi, ci si dipingeva a vicenda il viso e le mani, mentre la polizia sbarrava la zona tutt’intorno. Alcuni dimostranti si sono seduti in due piscinette gonfiabili piene di acqua colorata, intonando canti di protesta. Con gli abitanti abituali della tendopoli, c’erano anche rappresentanti della Linke, il partito socialista, e attivisti di Blockupy, il raggruppamento che vuole «bloccupare» per quattro giorni l’intero quartiere francofortese delle banche. E molti fotografi e giornalisti.
Per un’ora e mezza non è successo nulla, finché non è arrivato il primo dei tre annunci di prammatica, che invitava gli occupisti a togliersi dal giardinetto. La polizia, dandosi cura di non inasprire il conflitto, assicurava: «Nessuno, se si lascerà  portar via pacificamente, sarà  arrestato, o schedato». Risposta degli occupisti: «Siamo qui e urliamo forte, perché ci rubate la libertà ». 
Gli agenti hanno cominciato a portar via i dimostranti, cominciando da chi stava in piedi o seduto al margine del gruppo. L’operazione è durata un’ora, con piccoli contrattempi. Qualche agente è stato spruzzato coi colori con cui prima gli attivisti si erano dipinti. Ammonimento dal camion con gli altoparlanti della polizia: «Se qualcuno di voi ci riprova, lo arrestiamo». Replica dal campo, dove gli occupisti si erano pure loro attrezzati di microfono e altoparlante: «Il colore si scioglie con l’acqua». Ma non tutti erano d’accordo con le spruzzature colorate. Dopo una breve discussione, due ragazzi hanno portato via una piscinetta con il suo contenuto.
Dopo gli spruzzi la polizia ha reagito con maggiore durezza, strizzando a qualche attivista l’orecchio nel trascinarlo via, o afferrandolo con più energia del dovuto. Alla fine agenti con tute protettive bianche, per non sporcarsi l’uniforme, hanno fatto irruzione sul piazzale per arrestare gli spruzzatori. Ormai tutto il campo traboccava di poliziotti. Eppure, nel complesso, lo sgombero si è svolto abbastanza pacificamente. Un poliziotto rimasto un po’ al margine, con ancora in mano la rosa ricevuta in regalo da un’occupista, commentava: «Finché si tratta di colori a acqua, può ancora andare».
Piuttosto positivo anche il bilancio della maggior parte dei dimostranti. «È stata una protesta forte, pacifica e decisa», dice Tino, uno della tendopoli: «A parte qualche braccio torto per far male, pure gli agenti sono stati relativamente pacifici». Tuttavia nel corso dello sgombero, con uno schieramento di centinaia di agenti, ci sono stati 13 arresti. L’ultimo a resistere è stato un uomo avanti negli anni, che si era arrampicato a più metri d’altezza sul grosso simbolo dell’euro davanti alla Bce. Sceso di sua volontà , è stato portato via. Così l’Occupy-Camp, teatro per sette mesi di una pacifica protesta, è, per il momento, sgombrato. Se gli occupisti potranno tornare dopo il 20 maggio, non è ancora chiaro.
I dimostranti, dipinti con allegri colori, non si sono scoraggiati. Si sono raccolti davanti alla «zona di sicurezza» delimitata dalla polizia per andare insieme a un’assemblea nella Casa del Dgb, la sede del sindacato. A debita distanza, anche diversi funzionari della Banca centrale europea osservavano la scena. 
© die tageszeitung


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