Cambierà l’Isee, pagheranno i poveri?
Novità in arrivo nel welfare, e si temono purtroppo nuovi tagli. Il fine della ministra Elsa Fornero, sostenuta dal dicastero dell’Economia, sarebbe quello di individuare nuove fasce di reddito per il godimento dei servizi, sulla falsariga di quanto già deciso sui ticket. Almeno in base agli annunci, si dovrebbero escludere dai servizi gratuiti o comunque convenzionati i cittadini delle fasce di reddito più alte, per salvaguardare invece chi sta più in basso. Ma il timore è che le forbici cadano in realtà proprio sulla soglia medio-bassa, quella apparentemente in condizioni dignitose, ma già provatissima dalla crisi, così da realizzare l’ennesimo intervento iniquo travestito da una maschera di «equità ».
La riforma è contenuta in una delega del decreto «salva Italia», e si propone di rivedere i criteri di calcolo dell’Isee (l’indicatore di reddito per l’accesso ai servizi), oltre a modificare le soglie Isee di accesso al welfare. Il fine dichiarato dal governo è quello di «razionalizzare» la spesa socio-assistenziale con lo scopo di ottenere risparmi da redistribuire alle fasce più deboli. In sostanza lo spirito – almeno quello dichiarato – sarebbe quello di ridurre le prestazioni a coloro che hanno maggiori redditi e patrimoni e aumentarle a coloro che si trovano in situazioni economicamente peggiori. Ma le preoccupazioni manifestate da sindacati come la Cgil, dopo la presentazione della bozza a un tavolo con rappresentanti dei ministeri di Economia e Welfare, non lasciano per nulla tranquilli.
Ma vediamo intanto le proposte. Il primo obiettivo è quello di rivedere le modalità di calcolo dell’Isee (Indicatore della situazione economica), oggi richiesto per accedere a una serie di prestazioni sociali: asili nido, assistenza domiciliare, diritto allo studio universitario, libri di testo gratuiti, assegni di maternità , assegni per i nuclei familiari con almeno tre figli. Con tutta probabilità il calcolo di questo indicatore, che attualmente comprende oltre all’imponibile Irpef anche il patrimonio mobiliare e immobiliare, sarà rivisto pesando maggiormente altre componenti: conteranno di più le rendite finanziarie, la casa sarà calcolata in base alle nuove pesanti rivalutazioni delle rendite catastali dell’Imu; inoltre, confluiranno nel computo anche altre entrate del nucleo familiare, come le pensioni sociali e gli assegni familiari.
La seconda operazione sarà quella di sottoporre a una soglia di reddito Isee prestazioni oggi di carattere universale e totalmente indipendenti dal reddito come gli assegni di accompagnamento per gli invalidi. In questo caso sarebbe emersa anche una cifra: sotto i 15 mila euro di reddito Isee gli assegni di invalidità resteranno intatti, sopra ci saranno delle riduzioni proporzionali al reddito.
Ma non basta, perché cambieranno regime anche altre prestazioni regolate dall’Isee, come l’assegno per le famiglie con almeno tre minori, gli assegni di maternità per madri prive di copertura assicurativa, l’erogazione delle borse di studio, la tariffa sociale dell’energia elettrica. Ciascuno di questi servizi dovrebbe essere sottoposto a una nuova soglia Isee che permetterà ad alcuni di continuare ad accedere gratuitamente al servizio e ad altri invece imporrà il pagamento di una sorta di ticket.
I sindacati ieri si sono detti preoccupati. «No al tentativo di operare nuovi tagli attraverso la revisione dell’Isee – dice la Cgil con la segretaria Vera Lamonica – Se si intende ridimensionare ulteriormente il nostro welfare, già abbondantemente colpito dai tagli ai trasferimenti agli enti locali e ai fondi nazionali, la Cgil dichiara sin da ora la sua totale indisponibilità . Piuttosto, vista la crisi che viviamo, è arrivata l’ora di rafforzare e non di impoverire il sistema di protezione sociale». Allarme anche allo Spi, la categoria Cgil che difende anziani e pensionati: «La riforma del welfare deve essere fatta con la massima equità e non attraverso i tagli ai diritti universali. I pensionati hanno già dato tanto, paghi ora chi ha di più e non sempre i soliti noti», dice la segretaria Carla Cantone.
Dal fronte Cisl, il segretario Pietro Cerrito dice «sì a una riforma dell’Isee ma senza tagli alle risorse e destinandone una maggiore quantità alle famiglie bisognose. Alcune distorsioni negli anni hanno premiato spesso gli evasori, in quanto l’Isee si basava prevalentemente sul reddito dichiarato: quindi va modificato, ma premiando i realmente bisognosi».
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