Famiglie italiane, disoccupato a carico

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La crisi morde e colpisce soprattutto i giovani disoccupati. La conseguenza è che tante famiglie italiane sono costrette a mantenere i figli che non hanno un posto: 480 mila, per l’esattezza, secondo i calcoli di Save the Children che ha elaborato alcuni dati della Banca d’Italia. Tutte famiglie che nell’ultimo periodo hanno dovuto sostenere almeno un figlio convivente che aveva perso il lavoro nei 12 mesi precedenti. 
L’organizzazione lancia una nuova campagna contro la povertà  infantile, fenomeno aggravato dal calo dell’occupazione che ha colpito in maniera più accentuata i lavoratori autonomi e temporanei spiega che un bambino su quattro in Italia, cioè il 22,6%, è a rischio povertà , vive cioè in famiglie con un reddito troppo basso per garantirgli ciò di cui avrebbe bisogno per un sano e pieno sviluppo psichico, fisico, intellettuale e sociale; più di mezzo milione è in povertà  assoluta, cioè senza il necessario per vivere. 
Non basta: un bambino con un genitore non diplomato ha solo una possibilità  su dieci di laurearsi. La povertà , sottolinea Save the Children, produce isolamento, abbandono scolastico, conflitti e violenze familiari. Può compromettere le condizioni di salute e aumentare il rischio di sfruttamento, ma soprattutto priva i bambini delle opportunità  per crescere e realizzarsi. 
La nuova campagna di Save the Children, dal titolo «Ricordiamoci dell’infanzia», si rivolge prima di tutto al governo, chiedendo provvedimenti coordinanti di medio e lungo periodo in favore dei bambini e degli adolescenti (anche un piano organico di lotta alla povertà  minorile che fissi impegni concreti e obiettivi misurabili), ma intende coinvolgere anche singoli cittadini, imprese, mondo della cultura e dell’informazione. «Il nostro Paese – spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia – sembra di fatto aver abdicato da tempo a politiche e azioni che mettano al centro i bambini e quindi il futuro di tutti. Per questo, tanto più in un momento di crisi quale quello attuale, bisogna riscoprire e ritrovare un impegno forte, chiaro e deciso in favore dei bambini e degli adolescenti che vivono sul nostro territorio».


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