La Grecia verso un governo di tecnici

Loading

ATENE — Il presidente Karolos Papoulias è entrato nella resistenza contro i nazifascisti a quindici anni. Oggi ne ha ottantadue e ha conservato la tenacia. Da otto giorni incontra i capi dei partiti greci per cercare di trovare una soluzione. Oggi li ha riuniti tutti insieme perché riescano a mettersi d’accordo, un incontro a palazzo da cui è stata bandita solo Alba d’oro, la formazione di estrema destra che è entrata per la prima volta in Parlamento.
Alexis Tsipras, il più giovane tra i leader, ha accettato di partecipare a quest’ultima consultazione, anche se ha ripetuto di non voler entrare in un governo assieme ai socialisti del Pasok e ai conservatori di Nuova Democrazia, le due forze che hanno dominato il Paese per un quarantennio, fino alle elezioni di domenica scorsa. 
Papoulias propone un governo di tecnici, come quello uscente guidato dall’economista Lucas Papademos, già  governatore della Banca centrale greca e vicepresidente di quella Europea fino al 2010. Ad appoggiare la coalizione «di salvezza nazionale» sarebbero pronti Pasok, Nuova Democrazia e Sinistra Democratica, che però ha posto come condizione la partecipazione anche di Tsipras. I tre partiti insieme arrivano a garantire 168 seggi sui 151 necessari per la maggioranza. 
Se la trattativa dovesse fallire, la Grecia tornerebbe alle urne da qui a un mese, la data più probabile è il 17 di giugno. La coalizione Syriza, guidata da Tsipras, viene data vincente dai sondaggi: conquisterebbe tra il 20 e il 23 per cento, ma per ricevere il premio di maggioranza (50 deputati) deve cambiare il suo statuto e registrarsi come un partito unico. Nuova Democrazia arriverebbe seconda e per il Pasok continuerebbe il crollo.
Aris Spiliotopoulos, deputato conservatore, avverte che nelle casse dello Stato non sarebbero rimasti abbastanza soldi neppure per arrivare alla fine della campagna elettorale. Entro il 30 di giugno Atene deve realizzare nuovi tagli per 11,5 miliardi di euro, promessi alla Troika (Unione europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale) in cambio degli aiuti. Oggi deve rimborsare 450 milioni agli investitori privati, una tranche rimasta fuori dall’accordo che ha rinegoziato il debito.
Richard Parker, economista dell’università  di Harvard ed ex consigliere del socialista George Papandreou (premier fino al novembre dell’anno scorso), ha rivelato a Sky che il governo aveva discusso l’ipotesi di uscire dall’euro e aveva deciso «che non avrebbe portato benefici».


Related Articles

Germania. Legge contro il caro affitti, per la Corte suprema è ammissibile

Loading

Per i giudici dell’alta Corte tedesca la legge del 2015 non viola la Costituzione. Ma la «Mietpreisbremse» non rappresenta ancora la soluzione finale al problema che sta diventando un’autentica piaga sociale

Consiglio europeo: Strategia che perde non si cambia

Loading

Bojesen

Riuniti a Bruxelles per parlare di crescita, i capi di stato e di governo non hanno preso alcuna decisione che possa ridare slancio a un’Europa stremata dalla crisi e dall’austerità , commenta la stampa.

Bossi cede all’Europa

Loading

Per non fare la fine della Grecia, l’Italia risponde alle richieste dell’Ue. Cicchitto: «Luci e ombre, questo è l’euro»
Minivertice tra il Senatùr Calderoli e Tremonti che però non parla. Berlusconi atteso all’incontro con le parti sociali «Il Governo non è commissariato e non ci saranno elezioni anticipate. Presto le riforme»

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment