La dama dell’austerity e l’alfiere del rilancio la nuova coppia guida per uscire dalla crisi

Loading

PARIGI – Franà§ois Hollande e Angela Merkel o la coppia improbabile, forse la meno attesa delle coppie franco-tedesche. Stasera alle sei e mezzo le telecamere di tutta l’Europa e di mezzo mondo saranno puntate su di loro, la paladina dell’austerità  e l’alfiere del rilancio, i due leader cui spetta trovare lo stretto sentiero su cui trascinare l’eurozona fuori dalla crisi.
Malgrado le apparenze, hanno molte più ragioni per intendersi di quel che si pensa: entrambi sono sobri, lontani dalle dichiarazioni plateali e dagli atteggiamenti magniloquenti; entrambi sono pragmatici, sanno che la politica è soprattutto l’arte del compromesso, un’arte tipicamente democristiana cui è abituata la Merkel e cui non è estraneo Hollande; entrambi rifuggono dalle sbruffonerie, dalle pacche sulle spalle, dagli annunci plateali cui preferiscono la concretezza, la razionalità , la stabilità . La loro appartenenza agli schieramenti opposti dello scacchiere europeo, il popolarismo conservatore della cancelliera e la socialdemocrazia del neo-presidente, non è certo un ostacolo. Le grandi coppie franco-tedesche sono sempre state composte da politici di estrazione diversa: Giscard-Schmidt, Mitterrand-Kohl, Chirac-Schroeder. Il duo Merkozy è stato un sodalizio dovuto alle circostanze e alla crisi più che una vera intesa fondata sulla fiducia reciproca.
Le possibili convergenze personali, tuttavia, vanno subito a incagliarsi sulle divergenze politiche. Inutile nascondersi che il confronto sarà  serrato, forse duro. I temi di dissenso sono numerosi, senza contare il peso del passato: l’appoggio fin troppo marcato della Merkel a Sarkozy e il rifiuto di incontrare il candidato socialista durante la campagna non faciliteranno i loro primi passi. La loro abilità  politica dovrebbe però aiutarli a superare le profonde differenze che li separano.
In linea di massima, si sa che dietro il favore dei due per una politica di crescita si nascondono due filosofie ben diverse: la cancelliera s’ispira al modello liberal-conservatore, che vuole evitare un aumento del debito pubblico, caldeggia riforme di strutture, flessibilità  del mercato del lavoro, rilancio della competitività , liberalizzazione dei servizi; il capo dello Stato francese assicura di non voler aumentare il deficit, ma punta piuttosto su una politica keynesiana trasferita a livello europeo, sulla spesa pubblica e sull’aumento del potere d’acquisto come volano della ripresa. Logico dunque che i due siano in disaccordo su quasi tutto: Berlino rifiuta di rivedere il Fiscal compact e accetta al massimo un protocollo aggiuntivo sulla crescita («Non si ridiscute un trattato ogni volta che c’è un’elezione»), non ammette modifiche al ruolo della Bce e un suo intervento attivo nella gestione dei debiti sovrani, rifiuta l’idea di un’emissione di eurobond per finanziare grandi lavori. Hollande ha invece altre idee: eurobbligazioni, revisione del Fiscal compact, modifica del ruolo della Banca centrale europea, tassa sulle transazioni finanziarie, uso dei fondi strutturali Ue per grandi progetti, aumento dei mezzi finanziari della Banca europea degli investimenti.
Sul Fiscal compact un’intesa si troverà . Hollande è sempre rimasto nel vago e gli stessi socialdemocrtatici tedeschi non sono favorevoli a una ridiscussione. Bisognerà  trovare la forma per aggiungere un patto di crescita con valore giuridico ed è probabile che un accordo lo si trovi solo dopo le elezioni politiche francesi del 10-17 giugno. È possibile anche un compromesso sulla Bei e un’intesa di principio sulla Tobin Tax, che piace alla Merkel ma non ai suoi alleati liberali. Su eurobond e Bce, invece, è difficile intravedere un rapido accordo. L’indipendenza della banca è un dogma a Berlino e l’idea di eurobond è percepita Oltrereno come uno strumento per far pagare ai tedeschi i debiti degli altri paesi.
Il negoziato non sarà  facile. La cancelliera, malgrado i rovesci elettorali, resta popolare e il 59 per cento dei suoi connazionali è contrario a nuovi debiti per rilanciare la crescita. Per superare i contrasti, niente di meglio che l’approccio personale: «Hollande ha un carattere che si sposa meglio con la Merkel rispetto a quello di Sarkozy», ha detto ieri la socialdemocratica Angelika Schwall-Dren. «È cortese e autentico: la cancelliera troverà  il modo di cooperare come si deve e come è necessario».


Related Articles

Con il metodo Marchionne più vendite e nuovi posti ma ora serve un’alleanza

Loading

Marchionne e John Elkann stanno lavorando a una nuova alleanza. Si capisce che vorrebbero una fusione con General Motors ma si sa anche che il colosso di Detroit recalcitra

Jobs Act, una ripresina pavida e anemica

Loading

Istat. L’aumento degli occupati a tempo indeterminato non rappresenta nuova occupazione, ma una forma di stabilizzazione

CGIA di Mestre: niente benefici fiscali per le partite IVA

Loading

Cgia di Mestre, l’eredità di Renzi sul fisco: per «piccoli produttori» e freelance carichi del 51% sul reddito. Sgravi per 21 miliardi di euro. Benefici quasi nulli per 3 milioni di lavoratori autonomi

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment